Che si preparasse qualcosa al di fuori del normale era chiaro già dalla sera prima quando uno camion ad ora tarda entrava in patronato e parcheggiava dinanzi gli spogliatoi. Un camion?! E strano per di più! Che ci faceva in quel di San Lorenzo da Brindisi? Bello, bianco, con una cesta mobile che poteva alzarsi, delle staffe ad espansione e poi tutto il resto nella norma: cabina, ruote, fari, vetri, tergi, eccetera, eccetera.
Ed infatti il giorno dopo, verso le otto del mattino, cominciano i primi movimenti. Alcuni individui entrano dai cancelli attraverso la nebbia che lentamente si alza. I primi ad arrivare sono Ciano, Pietro e Stefano M., e con loro c’è anche Davide il più giovane del gruppo, a ruota Stefano N., poi pian piano arrivano tutti gli altri: Loris, Thomas, Luigi, Nicola, Angelo, Alessandro, Alberto e nel pomeriggio Michele. La domanda è lecita: Cosa cavolo ci fanno questi personaggi al mattino presto di in un giorno di ferie in patronato? La risposta è semplice: “Ci sono due alberi da tagliare”. Due alberi con la A maiuscola perché sono enormi: uno dei cipressi che costeggia il campo da calcio danneggiato qualche anno fa da alcuni “giovanotti” che hanno pensato bene di dar fuoco alle formiche che scorazzavano all’interno di un buco nel tronco causando una voragine che nulla lasciava presagire di buono; ed un maestoso abete sito di fianco al bar sotto la cui ombra ormai nessuna pianta sembrava poter respirare.
Posizionato il camion e studiata la situazione le lente movenze causate dal brusco risveglio si fanno via via più frenetiche, ed i personaggi di cui sopra cominciano a vestirsi di tutto punto, chi con il giubbotto, chi con due felpe, chi gli stivali e chi gli scarponi o le scarpe da tennis, berretti, guanti, tute e quant’altro possa offrire riparo contro la fredda ed umida mattinata. Si passa quindi all’attrezzatura, da veri professionisti: palette, scope, forche, rastrelli, accette, cesoie, seghe elettriche e a scoppio (nel senso che vanno a benzina). E che dire degli strumenti antiinfortunistica. Da far rabbrividre qualsiasi RSPP (responsabile servizio prevenzione e protezione), solo due paia di occhiali, quelli da vista di Francesco e quelli si Stefano N. dotazione della ASD San Lorenzo. Insomma manca solo Biancaneve e sarebbe un quadretto perfetto, però undici sarebbero troppi per la poveretta. In quanto a voglia di lavorare non ci sono rivali. Pietro sulla cesta taglia rami a raffica, sotto tutti gli altri a raccogliere quanto piove dall’alto per dividere i rami grossi, che saranno utilizzati per far legna, dalle ramaglie che piano piano diventano fascine (circa quaranta). Dopo un lavoro incessante del magnifico cipresso non rimane che uno stecco nudo, dritto e bitorzoluto che piano piano si accorcia sotto l’opera incessante di Pietro che lo taglia letteralmente a fettine. Rimosso tutto il materiale si pulisce alla meglio e si va quindi all’attacco dell’abete. Alle ore 11:30 del mattino i due alberi da 15 metri circa non esistono più, ma quello che più sorprende è che non ci sono segni tangibili dell’evento. Mai avrei pensato di finire così presto, anzi temevo che un giorno non sarebbe stato sufficiente, ma come si dice ” l’unione fa la forza ” e questa volta è stato un magnifico lavoro di squadra. Dopo un fugace pranzetto a base di panini con mortadella, soppressa, uova e una bottiglia di rosso (grazie Annarita!), nel pomeriggio ci siamo addiritttura permessi di fare ordine e pulizia tagliando tutti i rami abbattuti e creando così una catasta di legna a ridosso del container che fa pensare a qualche baita di montagna. E poi via all’immaginazione. Alcuni ceppi posizionati vicino alla recinzione del campo da calcio saranno il futuro supporto per panchine a disposizione degli spettatori. Altri ceppi posizionati dove prima si ergeva un abete di oltre 10 metri diventeranno un tavolino rustico e naturale a chilometri zero che più zero non si può. Ore 16:30 fine dei lavori. Si rimettono a dimora le attrezzature professionali, si riporta il camion al proprietario, i soliti Ciano e Pietro, saluti e baci a tutti e alla prossima.
Grazie, grazie a nome di tutti a ciascuno di voi. Siamo stati meravigliosi, e allora mi sento di suggerirvi la lettura di questa lettera che ho letto stasera appena rientrato a casa. Alla prima lettura sono rimasto impietrito. Alla seconda mi sono emozionato. Alla terza, a cui ho fatto partecipare mia moglie, ho fatto gli occhi rossi. La trovo meravigliosa, emozionante, vera, attuale, ma anche futura e la voglio dedicare a tutti voi e soprattutto ad una persona speciale: mio papà. Anche lui oggi ha imbracciato il rastrello, nonostante l’età. Forse voleva sentirsi partecipe della bella impresa, lui che tanto ha dato a questa comunità e che ancora qualcosa può insegnare a questa società, senza dir nulla, senza spargere parole al vento, solo con l’esempio, con un gesto. Grazie anche a te papà.
Qui di seguito il link dove potete leggere la lettera, tratto dal sito di Beppe Grillo.
http://www.beppegrillo.it/2012/01/la_lettera_del/index.html?s=n2012-01-04
Ciao a tutti, al prossimo albero da tagliare, ramo da potare, erba o siepe da tagliare, sagra da preparare, bar da aprire, chiesa da pulire, presepio da allestire, coretto da orchestrare, eccetera, eccetera, eccetera, ma quante brave e belle persone ci sono qui !?