10/02/2013 Col del Varda – Città di Carpi (Cadini)
Distanza totale: 12 Km (4,4↑ 5,6↓ 2↔)
Altitudine massima: 2.115 m
Altitudine minima: 1.715 m
Dislivello assoluto: 400 m
Totale dislivello: 447 m
Totale discesa: 807 m
Tempo totale: 07h (soste incluse)
Presenti: Baby, Barbara, Cippe.
Domenica 10 febbraio. Ritrovo in piazza Azzurri d’Italia, non è il solito posto, non ci sono le solite persone, questa volta si parte in pullman con il CAI. Sono le 6 e fa un freddo pungente. Sono da poco passate le 6 quando si parte. Viaggio tranquillo con pausa caffé ad Auronzo ed arrivo a Misurina intorno alle 9 e 20. Recupero degli zaini, preparativi e via verso la seggiovia che con questa temperatura ed in gran parte all’ombra sarà micidiale. Prima però lo sguardo si immobilizza verso le Tre Cime, per me continuano a restare un sogno, sono costretto ancora una volta ad accontentarmi di una foto da lontano. Sono solo 10 minuti per salire a Col del Varda, ma sembrano non finire mai, che freddoooooo! Con i miei guantini di pile poi, il pensiero va a quel bel paio di guantoni neri, imbottiti, tecnici, goretex, valvola per l’aria eccetera, eccetera, ma ca…o li ho lasciati dentro lo zaino!!! Anche Baby ha il suo bel da fare in quanto a brontolii, tra il freddo e la funivia. Comunque arriviamo in cima e per un pelo rischiamo di non riuscire a scendere a causa del mio ingombrante zaino che non permette di alzare la sbarra, ma alla fine “cia a famo!” In pochi minuti tutto torna nella normalità ed ovviamente i guantoni restano nello zaino. Ci raduniamo vicino al rifugio e ci prepariamo per l’avventura.
Col del Varda. Quota 2115 m. Distanza 0. Tempo 0.
Il sole scalda, la giornata è spettacolare e nessuno se lo aspettava (credo, io almeno) è una sorpresa meravigliosa che mette allegria a tutto il gruppo. Dopo aver indossato ciaspe, ghette e racchette partiamo: in discesa! Che strano. Pochi metri e prendiamo il sentiero sulla sinistra che porta al città di Carpi. In realtà è una strada bianca coperta di neve battuta, si potrebbe fare anche con gli scarponi, ma vuoi mettere usare le ciaspole! Comincio a guardarmi intorno con attenzione e parto con la solita sequela di foto. Il Cristallo, il Cristallino, le Tofane, la Marmolada, il Sorapis, sicuramente c’è dell’altro, ma le mie conoscenze si fermano qui. La guida del CAI alla prima pausa snocciola nomi a volontà, ma tanto so che non me li ricorderò, quando nomina le Tofane però il mio sorriso si allarga pensando ai due fantastici giri di quest’estate appena trascorsa. Si riparte e do un’occhiata alle mie due compagne d’escursione: camminano che è un piacere, fantastiche!
Ogni tanto il gruppone si ferma per ricompattarsi ed aspettare chi si attarda un pochino. Una di queste pause la facciamo vicino alle tre croci, un punto panoramico che merita una capatina, da cui si possono ammirare le Marmarole ed il Sorapis divisi dal Corno del Doge, strepitosa visione. Riprendiamo il cammino e alle 11:30 arriviamo al Città di Carpi. Ci facciamo immortalare di fianco al rifugio con i Cadini sullo sfondo ed un cielo che ha dell’incredibile. E’ prestissimo ed il primo pensiero che mi passa per la testa è che per le 15 saremo di ritorno al pullman (ha! ha! ha!). Arrivano i capi che invitano i presenti all’abbuffata del secolo, ma con una giornata così, con un panorama così, ci si può chiudere dentro il rifugio? No! Decidiamo tutti e tre senza la minima esitazione di restare all’aperto e così ci gustiamo le nostre cosine da mangiare spaparazzati al sole ed assistiamo, fuori programma, pure ad uno strep tease di una escursionista di passaggio che decide di cambiarsi la biancheria intima, al sole si, ma sempre ad una decina di gradi sotto lo zero, forse -8, facciamo anche -7, ma cacchio !!!
Rifugio città di Carpi. Quota 2110 m. Distanza 3,7 km. Tempo 1h 30′.
Intanto il tempo passa, ne approfitto per costruire una panoramica sui Cadini dal rifugio, due parole con Barbara e Baby, e finalmente verso le 13 si riprende a camminare, già 1h e 30 di pausa, però! Scendiamo sotto il rifugio perché tira un pò d’aria ed aspettiamo il grosso del gruppo. Il rientro prevede due percorsi: A più avventuroso; B facile, facile. Il fatto è che il B non lo fa nessuno e così tutti giù per il pendio sulla neve fresca. E’ una goduria! Quando siamo di sotto guardiamo verso l’alto , sembra passata una mandria di bufali, come in “balla coi lupi” solo che lì il segno era sull’erba. A questo punto comincia la tiritera degli stop and go per aspettare chi è più in difficoltà e più avanti sarà ancora peggio. Passiamo infatti attraverso un ripido bosco dove quasi tutti mettono le chiappe per terra. La neve è farinosa, le ciaspe non riescono a compattarla e fare presa quindi auguri e buon divertimento, ogni tanto un pò di neve va giù per il fondoschiena giusto per raffreddare il radiatore!
L’obiettivo da raggiungere è casera Maraja che abbiamo visto al mattino durante il percorso in salita. Quando ci arriviamo un’altra bella pausa, qualcuno comincia a guardare l’orologio. Baby mette in soffitta la sua festa brasiliana, Barbara dice che è abituata a far tardi con il CAI ed io scatto un pò di foto. Arriva Riccardo la guida in retroguardia che è felicissimo di dare il cambio al suo compare e parte in quarta. Passiamo per prati coperti di neve immacolata, mentre il Sorapis ci indica la strada e le Marmarole ci guardano le spalle, resto dietro la colonna d’avanguardia che procede ordinata, in fila indiana, che bei! Me ne resterei qui un pochino a riempirmi di queste fantastiche vedute, ma perderei i miei compagni di viaggio e soprattutto le mie compagne, meravigliose anche loro. Baby ormai non la ferma più nessuno secondo me ci ha preso gusto, Barbara non molla un metro e resta sempre nel gruppo di testa.
Arriviamo al bivio dove si prende il famoso percorso 7 per le ciaspole di cui non ho trovato menzione su google, ero curioso di vedere se esiteva davvero, si, c’è, con tanto di cartello in legno con scritte colorate di giallo, il mio colore preferito. Il percorso è tutto in mezzo al bosco, a tratti fitto, a tratti rado che lascia intravedere il panorama int0rno a noi ed ogni tanto qua è là facendo attenzione in mezzo alla vegetazione si possono scorgere alcune strane figure: un fantasma si aggira tra gli alberi; un ceppo d’albero che ha qualcosa di umano, mi fa venire in mente i Tolkien del signore degli Anelli. Altra pausa ci raggruppiamo, si azzardano ipotesi sul tempo mancante, i più sono per l’ora, io sparo 30 minuti sbagliando di un pochino, giusto una trentina di minuti. Quando arriviamo alla funivia la luce è molto diversa rispetto a questa mattina. Camminiamo sopra il lago ghiacciato e le Tre Cime ci dann0 il loro bentornati con quel colore così caldo: le abbraccierei! Ma non posso, mi accontento di ammirarle ed immortalarle per l’ennesima volta, ma prima o poi!
Misurina. Quota 1750 m. Distanza 12 km. Tempo 7h.
Non ci resta che aspettare tutti gli altri, intanto costruisco l’ultima panoramica, poi verso le 18 il pullman parte per Padova. Che dire: un giro molto bello, facile, remunerativo dal punto di vista panoramico, insomma un grazie di cuore a Barbara che ce lo ha proposto, ed un altro a Baby che ha scelto di camminare con noi, spero veramente di ritrovarci insieme su qualche altro sentiero.
Alla prossima escursione