06/08/13 – Piz de le Conturines e Lavarella (Conturines)
Siamo in agosto, periodo di vacanze, e due arditi decidono di passare qualche giorno insieme in val Badia ed ovviamente non può mancare una mega escursione. Si progetta un giro sulle Conturines, l’obiettivo è toccare due cime over 3000.
Presenti: Cippe, Cippols e Pippo.
Assenti: Il resto della truppa (inconsapevoli).
Dopo un breve tragitto in macchina da San Leonardo arriviamo alla Capanna Alpina il nostro punto di partenza. Breve vestizione e via, accendo il mio Keymaze (che oggi farà le bizze) e scatto la prima foto, ore 6:40, alla Capanna Alpina appunto. Ci sono 12 gradi, il sole è nascosto dalle cime intorno a noi, il cielo è terso, siamo immersi nel silenzio. Siamo sul sentiero 11 che dalla Capanna Alpina sale su attraversando prima il plan de Furcia, dove incrociamo due gruppi di escursionisti che hanno passato la notte in tenda, poi il col de Rocia, ed infine arriva a Le Gran Plan, un luogo che ha del mistico, che non ti aspetteresti di trovare qui in mezzo alle cime, dopo una ripida salita tra le rocce e sopra i 2000 metri. Ci sono pure dei cavalli al pascolo. Alla fine de Le Gran Plan il sentiero prosegue in quella che è l’alta via delle Dolomiti, ma noi svoltiamo a sinistra, in prossimità del Gran Majaré, perfettamente visibile nello sfondo della foto, siamo a circa 2150 metri. La vegetazione pian piano scompare, si sentono e si vedono le marmotte e Cippols ha il suo bel da fare nel tenere a bada Pippo che ad ogni fischio parte a razzo. Si arriva quindi al laghetto de le Conturines, quota 2518, dove l’acqua è immobile e le cime intorno vi si specchiano. Ancora pochi metri e vediamo finalemnte la nostra prima meta, piz de le Conturines. Il sentiero prosegue in salita, anche se meno ripida. Tra i massi spicca un bella piastra zeppa di fossili di bivalve, ce ne sono di veramente belli e nitidi. Si sale ancora fino ad arrivare all’incrocio con il sentiero 12b che unisce i piz de le Conturines con la Varela: le nostre due mete, siamo a 2885 metri. Con le spalle alla salita sulla nostra destra La Varela, a sinistra Le Conturines. Procediamo a sinistra superando il piz delle due forcelle, una piccola gobba che si erge tra la forcella appena raggiunta e quella sotto il piz de le Conturines, poco sopra della quale inizia la ferrata. Cippols studia un sistema per portare con se Pippo, ma non è sicuro e così decidiamo di legare l’ardito a quattro zampe sul primo ferro della scaletta che da inizio alla ferrata. Faremo presto. La ferrata inizia intorno ai 3000 metri, la cima è a 3064, quindi il percorso ferrato è breve effettivamente, ma intenso, a tratti esposto, e porta ad una cresta che permette di raggiungere la cima. Brevissima sosta, Pippo ci aspetta, qualche foto e giù. Prima di scendere immortalo la seconda meta odierna, la Varela. Scendiamo in pochi minuti e recuperiamo Pippo quindi riprendiamo il 12b in direzione opposta, superiamo l’incrocio con il sentiero percorso in salita da Le Gran Plan e riprendiamo a salire. Dopo una ripida salita a zig-zag Cippols mi indica di seguire una piccola cengia, non so perché, ma eseguo e vado avanti ritrovandomi poi sul sentiero. Guardo verso sud e vedo il percorso fatto poco fa, non male il piz de le Conturines. Il tempo di guardarmi intorno e capire dove mi trovo che il mio compagno è sparito, sicuramente è già in cima a La Varela che vedo davanti a me. Pian piano ci arrivo pure io, siamo a 3055 e prima di sedermi faccio un po’ di foto intorno. Prima, perché dopo quando mi sarò seduto ci vorrà un po’ per rialzarmi, dopo 5h e 10′ di cammino sono sfinito!
Pausa pranzo meritatissima insieme a due coppie di tedeschi, le uniche persone incontrate fino ad ora, qualche delucidazione sulle cime che ci circondano e tanta crema protettiva, poi vado in catalessi per almeno 10 minuti. Cippols intanto va a farsi un giro sulla cresta de La Varela, giusto per non raffreddarsi troppo. Dopo circa 30 minuti di pausa ripartiamo.
Scendiamo dalla cima fino al sentiero 12b e lo riprendiamo in direzione nord nella parte reputata incerta dalle carte. La discesa non è agevole ed in certi punti è necessario aiutare Pippo a superare alcuni sbalzi. Si raggiunge quindi una bella cengia non attrezzata, ma nemmeno troppo esposta, facilmente percorribile. Di sotto si vede anche forcella Medesc il nostro prossimo obiettivo. La discesa è facile e rapida ed a tratti su ghiaione che permette di scivolare verso il basso senza troppo sollecitare le ginocchia. Il paesaggio intorno alla forcella è stupendo. In certi momenti sembra di essere su Marte, tanto è il colore rosso/arancione/rosa presente intorno a noi. Siamo a 2580 metri circa e ci aspetta la discesa verso la val Badia attraverso la val de Medesc ed il sentiero 12 che abbiamo incrociato alla forcella omonima. Anche in questo caso la discesa è rapida ed in un tratto tagliamo di brutto il sentiero attraverso il ghiaione, in men che non si dica siamo di nuovo in mezzo al verde. Prima ci fanno compagnia i mughi, fino all’incrocio con il sentiero 12a, e poi un bel bosco che ci porta fino al borgo di Ru de Feria a quota 1670 che raggiungiamo tramite il sentiero 15. Da Ru de Feria scendiamo in statale nei pressi di Costadedoi a 1516 metri.
Ci sono tre possibilità: Fare autostop per rientrare alla Capanna Alpina, prendere l’autobus, chiamare l’Ivana. Optiamo per la terza. Dopo pochi minuti arriva il nostro taxi personale che ci riporta al luogo di partenza dove trascorriamo un po’ di tempo con mogli e figli. Metto i piedi a mollo nel torrente Ru Sciaré, mi vien voglia di immergermi, ma resisto pochi secondi, è gelida, non so come fa Alice a restarci per così tanto tempo.
Fantastico giro, paesaggi unici, meravigliose montagne: solitarie, selvagge, silenziose, incontaminate. Tanta fatica, ma ne è valsa la pena.
Ciao a tutti