26/01/2014 Cima Vezzena (ciaspole)
Dopo l’ultima escursione (vedi Pavione) una giornata così ci voleva proprio. Un giretto facile facile, poco faticoso ma appagante. E’ sabato. Ritrovo ore 7:30 orario inusuale, diciamo da dormiglioni.
Presenti: Cippe e Tabs.
Assenti: Il resto della truppa.
Direzione altopiano di Asiago, in macchina decidiamo per cima Vezzena. All’altezza del ristorante Vezzena prendiamo la stradina sulla destra e dopo pochi metri parcheggiamo di fronte al ristorante Verle. Soliti preparativi, sistemazione computer da viaggio (a proposito ho capito come funziona la bussola: meravigliosa) e via. Appena dietro il ristorante vediamo subito la nostra meta, cima Vezzena. Prendiamo la stradina sterrata sulla destra, via dei forti, e decidiamo di mettere subito le ciaspole, c’è neve in abbondanza. La prima parte si sviluppa in spazi aperti sulla strada forestale che sale alla cima. Dopo pochi minuti sulla destra il forte austro-ungarico Busa Verle. Breve pausa nei dintorni e qualche foto di rito, poi decidiamo di tagliare la strada portandoci a ridosso del bosco. Il sentiero che attraversa il bosco è piacevole, poco ripido, soleggiato. Nella parte iniziale si è circondati dagli alberi, ma poi a tratti belle viste panoramiche permettono di ammirare quanto c’è intorno compreso il Portule che abbiamo fatto lo scorso anno. Procediamo tranquilli, poche soste per scattare qualche foto o togliere qualche indumento. Ad un certo punto la traccia di chi ci ha preceduto prosegue a sinistra, ma la strada proseguirebbe sulla destra. Decidiamo di seguire la strada dove la neve è immacolata, e dopo un po’ ci troviamo immersi nel bianco immacolato. Prosegiamo un po’ a istinto, ma ormai si vede la cima davanti a noi. Pochi minuti e ci siamo. Lo spettacolo è notevole, a parte i laghi di Levico e Caldonazzo lo sguardo si perde in lontananza e si possono riconoscere diverse cime (solo per i più esperti). Riconosciamo cima d’Asta, le Pale di San Martino, i Lagorai, e azzardiamo anche la Civetta … io ho visto anche le Tre Cime … dopo il cannone. La Madonna invece l’avrei vista poco dopo se non avessi messo qualcosa sotto i denti. Oltre a diversi individui del genere umano, in cima ci fanno compagnia diversi cani tra cui un Labrador a cui vado particolarmente simpatico. Sono costretto a dividere in parte il mio già striminzito pranzo con lui perché ad un certo punto mi si è piazzato davanti, sempre più vicino, con i nostri musi che non distavano più di 10 cm, l’unico modo per allontanarlo è stato lanciargli un bel pezzo di pane con il miele. Comunque mi era simpatico. Per il ritorno decidiamo di fare un giro diverso puntando verso malga Marcai. Il percorso si svolge in spazi aperti, la neve è quasi immacolata, qualcuno è passato prima di noi, ad un certo punto si distingue una pozza e la strada entrambe coperte di neve, è il pianoro della malga. Decidiamo di proseguire dritti, entriamo nel bosco in mezzo ai fitti alberi sbucando sulla strada forestale dell’andata proprio in prossimità del bivio per la malga. Da qui il rientro prosegue sullo stesso percorso dell’andata.
Ciao a tutti alla prossima