22-23/11/14 Don-Roen

Giorno 1
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Giorno 2
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Diciamolo subito, chiamarla escursione è un po’ fuori luogo, ma l’atmosfera vissuta in questi due giorni è stata fantastica, ho rivissuto le esperienze dell’adolescenza, con i vari campeggi estivi. Chi non ricorda San Lucano, Predazzo, Stoner !

Ad ogni modo vediamo di fare la cronistoria. Arrivati a Don in val di Non e conosciuto il mitico Olivo, un simpatico nonnetto di 80 anni a dir poco arzillo, ci siamo incamminati sul sentiero, in realtà una strada sterrata che porta a malga Sanzeno, 1614 metri, un paio di orette di cammino in tutta calma, con tanto di pausa per lo spuntino. Nei pressi della malga si trova la nostra cara casetta, tipo quella dei sette nani, ma senza Biancaneve.
La stamberga sviluppata su due piani, è dotata di cucina e sala da pranzo al piano terra, e zona notte nella mansarda, con “n” posti letto, a seconda di come ci si stende e ci si stringe. La stupenda casetta è dotata di ben due stufe in ghisa del primo dopo guerra, legnaia, a pochi metri, nonché tavolo e panca sul giardinetto esterno. Il bagno …. non c’è! L’acqua …. non c’è! Ma che ce frega e che ce importa! Ci siamo noi con tanta voglia di far baldoria e divertirci.

Appena arrivati il buon Olindo ci illustra il funzionamento del riscaldamento (con le stufe). E’ necessario accendere prima quella esterna per scaldare la canna fumaria e poi quella interna, ma il fumo la fa comunque da padrone per una buona ora, soprattutto all’interno. Ad ogni modo vicino alla stufa si sta da favola, il freddo è pungente. Cala la luce e l’atmosfera si fa più romantica, ma tanto di donne non c’è l’ombra, …. ma che ce frega e che ce importa! Ci siamo noi con tanta voglia di far baldoria e divertirci.

Le pentole cominciano a popolarsi con le diverse pietanze, si inizia subito con pane caldo e soppressa, gli stinchi, poi il radicchio, la zucca e le patate , erano tantissime le patate, qualcuno ha pelato patate per un’ora, ed ovviamente vino, tanto vino. Sono le otto e tutto va bene, si perché abbiamo messo le gambe sotto il tavolo, la cucina si è finalmente riscaldata ed incredibilmente all’interno della stessa oltre ad una svariata serie di mosche fanno la loro comparsa due splendide farfalle, non le gnocche che qualcuno aveva detto di portare … le porto iiio le gnocche, ci pensio iiio alle gnocche,  … ma che ce frega e che ce importa! Ci siamo noi con tanta voglia di far baldoria e divertirci. Comunque uno che tromba c’è: Silvano.

Tra un discorso e l’altro, arriva mezzanotte, poi l’una, qualcuno accende un sigaro, qualcuno posa la testa sul cuscino, pian piano tutti vanno a nanna … ma in pochi riusciranno a dormire. Avete mai sentito o visto quelle macchine che rompono l’asfalto, tu tu tu tu tunnn, tu tu tu tun … pausa, tu tu tu tu tunnn, tu tu tu tun …. pausa, penso, ma ca…o siamo in pieno bosco non può essere, mi sveglio, ma si sono in montagna, in baita … e qualcuno russa. Più di qualcuno, uno sicuramente sul mio orecchio destro, Brunooooo, li mortacci …. l’altro è Tride, dopo questa esperienza segnato per sempre a dormire in isolamento.

E’ mattina, qualcuno si sveglia, qualcuno scorreggia, forse per questo qualcuno esce con la scusa di fare pipi, ma soprattutto per respirare. La colazione è abbondante, uova e bacon, tè, pane caldo ed affettati, caffè a litri. E’ tardi, ma si decide di fare una camminata poi si vedrà che giro fare in base all’orario, meta monte Roen. L’inizio è agevole, ma appena saliti un po’ di quota la neve si fa più spessa, i più generosi battono la pista gli altri seguono a ruota. Lungo il cammino ci soffermiamo a visitare alcune baite ristrutturate, una veramente bella è pure aperta e qualcuno non disdegna una visitina. Alle 11:30 il gruppo si sfalda, i più temerari proseguono per il monte Roen, gli altri per un giro più breve e meno faticoso. La salita al Roen a tratti è molto ripida, e la neve è sempre più spessa, siamo intorno ai 40 cm, senza esagerare, rimpiango le ciaspole ed anche le ghette che ho lasciato nello zaino. Alle 12:10 siamo in cima e troviamo anche la traccia del sentiero. Il panorama non è male, il sole splende, la giornata è fantastica, peccato dover rientrare subito.

Per accorciare il tragitto si decide di tagliare per il bosco, la discesa è ripida e scivolosa a causa della neve che non ha fatto presa sul terreno e ciò rende più faticoso il cammino, siamo però premiati da un incontro speciale, due ungulati passano come fulmini tra di noi, impossibile fotografarli, troppo veloci, neppure il tempo di accendere la macchinetta, ma vederli così da vicino è sempre una soddisfazione enorme.
Neanche farlo apposta lungo il cammino di rientro incontriamo un gruppo di conoscenti, incredibile, sono loro, i nostri compagni sfaticati. Che sincronismo! Affrontiamo insieme l’ultimo tratto di sentiero fino alla baita, sono le 13, si riaccendono i fuochi e tanto per cambiare, se magna!.

Verso le 15, in terribile ritardo sulla tabella di marcia, siamo pronti per caricare i bagagli nella Jeep di Olindo. Torniamo a valle e quindi a Padova.

Bella avventura, diversa dal solito. Alla prossima.

One Response to “22-23/11/14 Don-Roen”

  1. Fede ha detto:

    Ooooh!!…. Era ora che qualcuno facesse vedere questo favoloso weekend ardito…(Grazie Cippe)…
    Pedro datte na mossa co e to foto.

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