31/05/2015 Cornetto – Becco di Filadonna (Folgaria)
Presenti: Baby, Bruno, Cippe, Fabio, Fede, Luca, Nutella, Ovi, Stefania.
Seconda uscita di questo 2015, meta vicina la Folgaria, ci aspettano il monte Cornetto ed il Becco di Filadonna, ma soprattutto la piacevole compagnia di Barbara e Stefania :):).
Partiamo puntualissimi alle 7 da San Lorenzo e raccogliamo a Grisignano le due ardite sopra nominate e senza indugi dopo brevi presentazioni ci avviamo verso passo Sommo dove ci aspetta Fabio, in vacanza da quelle parti. Purtroppo lo chalet del passo è chiuso, ma non ci scoraggiamo, veloce puntatina a Costa dove ci infiliamo nel primo bar aperto per la solita colazione di rito.
Ci riportiamo a passo Sommo ed intorno alle 9 siamo pronti. Il sentiero parte proprio di fronte allo chalet al di là della strada, direzione a sinistra, su per una strada forestale, quota di partenza 1341. Dopo poche centinaia di metri entriamo in un bosco di abeti e proseguiamo in salita verso un primo obiettivo: Malga Cornetto a quota 1540 dove incrociamo il sentiero 451 che passa proprio dietro la malga sui prati erbosi delle piste da sci ormai in disuso. La traccia è visibile ma non evidentissima, ci aiutano ogni tanto dei paletti con segno bianco rosso visibili a distanza… nebbia permettendo. Alla fine della pista si rientra nel bosco, ora basso e costituito sempre più dai mughi, ed il sentiero diventa più roccioso, la salita è ripida ed un po’ faticosa.
Ad un certo punto lasciamo la strada forestale e prendiamo un bivio sulla destra, comunque segnalato, che porta appunto al Cornetto. La strada forestale sale anch’essa verso l’anticima, all’incrocio tra il 425 ed 453 che faremo al ritorno. Dopo poche centinaia di metri il sentiero cambia aspetto, non più alberi d’alto fusto, solo mughi.
La salita si addolcisce, siamo già a quota 1900 ed ormai in prossimità dell’anticima del Cornetto. Prima di arrivarci troviamo le indicazioni per il sentiero attrezzato Gentilini (425B). Lo guardiamo dall’alto, una bella cengia, non troppo esposta, ma una rapida occhiata allo sguardo di Barbara mi convince a proseguire per il sentiero 451, i due percorsi sono pressoché paralleli ma il primo prosegue in mezzo ai mughi il secondo in una cengia con tratti di ferrata, o presunta tale, alcuni post scrivono che la fune server più come corrimano che altro, però c’è, ed inoltre passa sotto la cima del Cornetto, evitandola.
Poco prima dell’anticima passiamo il bivio da cui arriveremo nel ritorno, siamo ora sul sentiero 425, proseguiamo a destra verso il Cornetto. Siamo a quota 2060, ci godiamo il panorama …. un nebbione della Madonna, si vedono a malapena alcuni scavi della guerra sulle pareti rocciose limitrofe alla cima. Purtroppo i meravigliosi indicatori delle vette dolomitiche sono inutili.
Non ci resa che proseguire verso il Becco di Filadonna, sempre sul sentiero 425, un breve salto con alcune roccette appena lasciato il Cornetto e poi il solito sentiero tra i mughi. Poco prima della seconda cima passiamo l’incrocio con il sentiero 439 che porta al valico della Fricca, sempre dritti, passiamo sotto la terza cima (2027) sempre in quota senza troppa fatica e sempre immersi nei mughi dai quali ogni tanto spuntano le teste dei vari gruppetti.
Siamo intanto scesi un pochino intorno ai 1900, sempre sul sentiero 425, e dopo aver passato la deviazione che prenderemo al ritorno si riprende a salire fino ad incrociare il 442 che arriva dal rifugio Casarota. Proseguiamo a sinistra sul 425 e dopo un centinaio di metri svoltiamo a destra verso la cima, pochi metri e siamo alla croce a quota 2150. Il panorama è il solito…. tutto bianco, ma immaginiamo la Valsugana, i laghi di Levico e Caldonazzo, e tutto il resto.
Siamo arrivati. Pausa. Cibo. Riposo. Devo ammetterlo sono un po’ demoralizzato per la giornataccia che ci è capitata, e non faccio la solita sequela di foto, a parte questa alla Barbara, non per fare preferenze, ma solo perché siamo arrivati insieme, era là in quel momento. E così dimentico di immortalare le braghette corte di Fabio con 10° di temperatura, le facce stravolte, le cibarie, ma soprattutto la splendida bottiglia di rosso di Paolo con tanto di bicchieri, un bel brindisi … cin, cin … per festeggiare in compagnia l’obiettivo raggiunto.
La sosta non è lunghissima, il freddo si fa sentire, oltre alla solita maglietta, servono felpa e giacca a vento, minimo. Ripartiamo in senso opposto, stesso sentiero. Scendiamo al primo bivio e … non vedo più nessuno, dove saranno andati, spero a sinistra. Caccio un urlo e mi risponde una voce da destra …. Noooooo! Qualcuno ha pensato bene di proseguire verso il bivacco Vigolana, ma è costretto a tornare si suoi passi. Riprendiamo tutti insieme il 425 in direzione Cornetto.
Giusto per diversificare il percorso, con Bruno cerco un sentiero alternativo all’andata e dopo un primo tentativo andato male finalmente lo troviamo, effettivamente l’avevamo visto all’andata, ma non ci avevo dato peso, è lui, dovrebbe, in effetti lo è. Dimentico di fare una foto al bivio, il cartello segnaletico è poco visibile e malmesso, vecchio, non ispira molta fiducia. Il sentiero scende un bel po’, fino a quota 1700 dove incrocia il 453 (foto di gruppo all’incrocio) che risale verso l’anticima del cornetto. E’ un bel percorso secondo me anche più interessante dell’andata se non fosse per il tempo. Proprio nei pressi del bus del giaz sentiamo i primi tuoni. Poco dopo le prime gocce. Poco dopo indossiamo i kw, le cerate, insomma quanto in nostro possesso per ripararci dalla pioggia, a tratti anche piuttosto intensa.
Il sentiero risale dolcemente verso quota 2000, poche chiacchiere, qualche brontolio, testa bassa e pedalare. Quando arriviamo al bivio con il 425 (1980 circa) diluvia. Qualche dubbio, poi riprendiamo il 425 verso l’anticima del Cornetto e poco dopo a destra torniamo sul 451 percorso all’andata. Sembra fatta ed invece è proprio qua che occorre fare attenzione, la pioggia rende il sentiero roccioso molto insidioso, si procede con circospezione, ma ciò non mi risparmia da un tonfo galattico e mega botta sulla chiappa sinistra che si farà sentire qualche giorno dopo.
Finalmente la pioggia cala d’intensità, siamo ora sui prati verso la malga ed infine il bosco di abeti, quindi al passo. E’ fatta. Rimane solo da decidere dove fermarci per la birra.
Grazie a tutti i partecipanti per la compagnia. Ciao a tutti ci vediamo il 28/06.