28/06/2015 Mondeval o Corvo Alto
Presenti: Bruno, Carlo, Cippe, Fede, Paolo G., Pedro, Nutella, Ovi.
Terza uscita del 2015 e finalmente una giornata coi fiocchi, completamente diversa dall’ultima in Folgaria, sole splendente, cielo terso, visibilità ottima, compagnia eccezionale … come sempre.
Partiamo alle 6:30 da Cadoneghe direzione Alleghe. Subito dopo Caprile prendiamo la strada per Selva di Cadore, poi dritti verso Santa Fosca e quindi su per Toffol. Parcheggio e via sul sentiero 465 che si inoltra subito su un bel bosco di abeti, ombroso e fresco. La salita è costante ma mai troppo ripida. Il buon Carlo, non contento della sua faraonica colazione ha pensato bene di iniziare l’escursione con una borsetta di ciliegie che condivide dolcemente con il mai domo Nutella, anche questa volta nostro “compagno d’escursione” e oramai conosciuto come il cane boscaiolo. Si capisce subito che sarà un’escursione da 10 e lode da questo primo panorama sulla Marmolada, così, dopo pochi minuti di cammino, che lascia a bocca aperta alcuni di noi (non Carlo che continua a masticare Ciliegie). Si continua a salire sempre sul 465, il bosco si dirada ed il grigio-marrone del sotto bosco lascia il posto al verde acceso degli ultimi abeti e dei prati che ci accompagnano verso forcella Giau, la nostra prima meta di giornata. A quota 2100 circa dopo 1h e 40 di cammino troviamo le indicazioni per forcella Giau. Si potrebbe proseguire dritti diretti verso il Mondeval, ma forcella Giau merita una puntatina, ho letto che il panorama da lassù è notevole. A pochi passi dal cartello c’è il famoso ponte di pietra. Mi rendo conto dopo pochi metri che non passeremo di qui al ritorno dalla forcella. Con due coraggiosi temerari disposti a scendere un po’ (poi si dovrà risalire ovviamente) andiamo a cercare questo benedetto ponte, si distingue a fatica dall’alto, ma poi aggiustando la posizione eccolo li, in tutto il suo splendore, un vero e proprio ponte naturale di pietra sul rio delle Baste, bello, unico (no, ne esistono altri, vedi ponte di Veja), da vedere. Ne è valsa la pena. Torniamo si nostri passi verso i nostri amici sfaticati e riprendiamo in direzione forcella Giau sempre sul 465.
Non arriva mai questa forcella, sembra lassù, ma non è quella, ma alla fine ci arriviamo, metri 2360, dopo circa 3h. Primo obiettivo raggiunto e panorama da favola. Non si vede cortina che è nascosta sulla destra, ma tutto il resto si, le cinque Torri, Nuvolau, Averau, le Tofane, i Fanis, una meraviglia, una goduria per gli occhi (panorama). Foto di gruppo.
Si riparte sul sentiero 436, dietro di noi il paesaggio non è da meno, ora si vede bene il secondo obiettivo di giornata, il monte Mondeval o Corvo Alto, un piano inclinato di prati verdi pieni di fiori, in basso il laghetto delle Baste, ed al centro il Pelmo. Prima però si decide per una pausa pranzo a pochi metri dalla forcella al riparo dal vento. Curioso siparietto tra Carlo e Nutella , ormai una coppia affiatata. Riprendiamo il cammino, davanti a noi sempre il Mondeval, alla cui sinistra spicca il Pelmo ed alla destra ora si vede anche il Civetta.
Mi stacco dal gruppo che decide di passare più alto, come suggerito da Taba, per evitare la palude del laghetto, che in effetti c’è. Mi avvicino con circospezione allo specchio d’acqua, tutto ciò per scattare una foto con il Pelmo che si riflette sull’acqua. C’è aria, la superficie è mossa e ne viene fuori una schifezza. Mi riaggancio al gruppo sulla salita al Mondeval, costante, senza pause, ma non troppo ripida, e … ragazzi, giunti qui sopra, altro che bocche aperte, aprite tutto, soprattutto gli occhi e fate un giro a 360 gradi. Favoloso. La mia ignoranza non mi permette di elencare tutto ciò che vedo, mi limito ai soliti noti, Pelmo, Civetta, Lastoni, Marmolada, Le Tofane, Le tre cime (non sono sicuro, forse preso dall’emozione ho le visioni), ma … è favoloso. Fatevi un giro da queste parti, merita, possibilmente con il bel tempo. Ci svacchiamo un po’ e ci godiamo per qualche minuto in santa pace quanto sta intorno a noi.
Riprendiamo a scendere, qualcuno fa il giro largo e meno ripido, altri il giro più corto e scosceso, prati pieni di rododendri, qualcuno ancora in fiore, ci fanno compagnia, prossimo obiettivo malga Mondeval di sopra nelle cui vicinanze ci dovrebbe essere il famoso masso dove è stato ritrovato l’uomo di Mondeval. Il percorso per raggiungere la malga è tutto in discesa, raggiunta e superata la catapecchia, eccolo, ad un centinaio di metri dalla stessa, il famoso masso sotto il quale è stato trovato l’uomo di Mondeval, nel 1987 (approfondimento).
Guardiamo con attenzione il sito, un masso, una recinzione, null’altro. Un cartello? Delle spiegazioni? Nulla! Sale la protesta, anche di qualche altro gitante sopraggiunto nel frattempo, ed eccolo, l’uomo di Mondeval, compare all’improvviso, è un ebete.
Riprendiamo il cammino, sempre sul 436, una flebile traccia parte dal sito archeologica tra l’erba alta e si aggancia al sentiero, prossima meta malga Mondeval di sotto e poi le auto. Prima di raggiungere la malga ci soffermiamo ad ammirare alcune marmotte, “grossi sorsi” come afferma qualcuno, ma sempre affascinanti e carine, e queste anche poco intimorite. Continuiamo a scendere, il Pelmo ci guida fino alla malga, dove si cambia direzione ed ora lo sguardo punta dritto al Civetta. Sotto di noi ecco la strada, ci aspettano 4 km di grigio asfalto, diciamo una passeggiata, con qualche pausa, ed un ristoratrice pediluvio finale.
Ciao a tutti alla prossima (26 luglio o giù di li).
Come al solito complimenti ai fotografi….. foto bellissime