25/10/15 Tre Croci – Marcuoira – Lago di Sorapiss
Spostata l’uscita dal 18 al 25 causa maltempo ci facciamo questo giro novembrino sul Sorapiss con l’obiettivo di ammirare il famoso laghetto, ma soprattutto per camminare spensierati sulle montagne appena imbiancate dalla neve e cariche dei caldi colori autunnali.
Presenti: Cippe, Fede, Ferdy, Paolo G., Luca R.
Partenza da Padova alle ore 6 mitigata dal cambio dell’ora legale e pausa caffè al solito posto (ormai è la terza volta quest’anno) quindi via veloci verso il passo Tre Croci dove arriviamo poco prima delle 9 (puntualissimi). Alle 8 e 52 scatto la prima foto immortalando le Tofane che si nascondono dietro ad alcuni larici, gialli più che mai. Non posso esimermi dal fotografare le tre croci da cui il nome del passo e Fede (che cavolo stai facendo?), quindi foto di gruppo all’inizio del sentiero: si parte.
Quota 1809. Passo Tre Croci. Tempo 0.
Prendiamo la stradina forestale CAI 213 che parte proprio dietro la chiesetta, si tratta di una vera e propria strada bianca incastonata in un bellissimo bosco di abeti e larici che serpeggia in dolce elevazione verso le cime di Marcuoira. Ci sono diverse tracce che incrociano la strada, sia destra che a sinistra, ma è sufficiente rimanere sulla via principale, ampia ed inequivocabile, non si può sbagliare. Lungo la salita passiamo due fonti sul cui legno di raccolta sono incise le parole “calda” sulla prima e “frizzante” sulla seconda. La tentazione di assaggiare la seconda è forte, ma il freddo mi fa desistere. A quota 2037 circa prendiamo una traccia sulla sinistra (della serie non si può sbagliare, ma non saremo gli unici). Il sentiero porta dentro il bosco e dopo poche centinaia di metri termina, è segnato anche sulla carta, arrivati su un punto morto ci rendiamo conto che non è la strada giusta, ma da questa posizione tra gli alberi possiamo intravedere la forcella , ben coperta di neve. Torniamo si nostri passi e riprendiamo a salire sul 213. La neve è presente ovunque, esclusi i tratti esposti al sole, ma si può camminare tranquillamente con gli scarponi. Il 213 procede piuttosto regolare anche come pendenza, solo in pochi tratti, comunque brevi, questa si fa più accentuata almeno così è fino al bivio con il 216.
Quota 2140. Bivio con il 216. Tempo 1h 30m.
Breve pausa per riordinare le idee, uno sguardo verso l’alto per capire dove stiamo andando, chiaramente la quantità di neve aumenterà, ma la traccia è ben visibile e la forcella è al sole, bene, intano il Cristallo si erge alla nostra sinistra in tutto il suo splendore, ma anche la Torre dei Scarperi fa la sua figura. Riprendiamo il cammino, il sentiero intanto è diventato tale, non più la strada bianca e la neve è aumentata. Ferdi si ferma e decide di indossare le ghette e così faranno anche gli altri. Uno scatto alla Tofane e riprendiamo il cammino. La pendenza del sentiero aumenta e soprattutto nell’ultimo tratto è notevole, ma non lunghissimo. Il panorama da qui (poco prima della forcella):
La neve ostacola un bel po’ il cammino, ci sono almeno 20-30 cm, siamo all’ombra, ma più avanti sulla forcella il sole brilla e sembra attirarci verso l’alto. Una luce particolare colora l’ambiente intorno a noi e lo arricchisce di effetti speciali , provo ad immortalarli con la fotocamera, ma non riesco a riprodurre le emozioni raccolte e vissute dai nostri occhi.
Quota 2307. Forcella Marcuoira. Tempo 2h.
Sulla forcella, oltre ai cartelli segnaletici, un bel prato in pieno sole e sgombro di neve ci permette di posare le chiappe qualche minuto giusto per consumare un breve ristoro. Mentre mangiucchiamo, di fronte sotto le cime del Ciadin del Loudo, scorgiamo qualche Camoscio, poi guardando meglio ci accorgiamo che è un intero branco, direi una trentina di capi. Meravigliosi, soprattutto quando si muovono, saltellando con sicurezza tra le rocce ricoperte di neve. Riprendiamo il cammino sul 216. Dalla forcella si vede chiaramente la traccia sulla neve verso la dorsale nord delle cime del Loudo nel punto in cui è possibile aggirarle e scendere poi verso il rifugio Vandelli. In lontananza si intravede un ometto, il percorso sembra piuttosto esposto visto da qua. Scendiamo sul pianoro del Ciadin del Loudo e poi si risaliamo fino a raggiungere dei cartelli di segnalazione. La vista verso le Tre Cime è eccezionale, zummo sul lago di Misurina. Proseguiamo sul 216 e dopo pochi metri troviamo un primo breve tratto attrezzato, fattibile tranquillamente senza imbrago. Raggiungiamo l’ometto visibile da forcella Marcuoira, effettivamente è un omone e proseguiamo verso un secondo tratto attrezzato, superato il quale continuiamo su un comodo sentiero in discesa il quale dopo pochi metri si inoltra in un fitto bosco di mughi. Il sentiero scende parecchio, il lago Sorapiss (completamente ghiacciato) ed il rifugio Vandelli spariscono dalla nostra visuale e ad un certo punto temiamo di aver sbagliato strada, ma non è cosi. Mi fermo come distratto da qualcosa, non capisco, lo sguardo fisso sul fondovalle, si, sono i colori che attirano la mia attenzione, verde, giallo e bianco, una lotta impari fra tre stagioni che non vogliono cedere il passo. Il verde dei mughi a rappresentare l’estate ormai andata e reso brillante più che mai dal sole che ha anche acceso il caldo colore giallo di cui l’autunno ha vestito i larici, e le prime spruzzate bianche dell’inverno che bussa alle porte e vuole avere il sopravvento. Insomma tutti sti pensieri mi convincono che si deve scendere, quindi giù, fino a quota 1885, dove troviamo il bivio con il sentiero 215.
Quota 1885. Bivio per il Vandelli. Tempo 3h 20m.
Ormai è fatti non si vede il rifugio da qua, ma dovrebbe essere vicino, infatti in 10 minuti ci siamo, ma tiro dritto fino al laghetto ansioso di vederlo da vicino. Eccolo qua il lago del Sorapiss, completamente ghiacciato, all’ombra del dito di Dio, ormai non vedrà più il sole, dovrà aspettare la prossima primavera quando l’astro tornerà alto sul cielo. Improvvisamente mi rendo conto di avere freddo. In effetti sono in maniche corte, mi giro e torno quasi di corsa verso il rifugio Vandelli, che gode invece degli ultimi minuti di sole.
Quota 1928. Rifugio Vandelli. Tempo 3h 30m.
Troviamo un posticino tranquillo, apriamo gli zaini e pranziamo. Posizione notevole quella del rifugio Vandelli. Si può ammirare cima Ra Zesta, sulla quale Luca fa una delle sue elucubrazioni scientifiche relativa alla particolare forma delle rocce, in fondo il lago di Misurina, gli Scarperi, le Tre Cime ed i Cadini. Il sole intanto se n’è andato e fa freddo. Decidiamo di ripartire. Il sentiero di ritorno, il 215, è piuttosto semplice, d’altronde il passo Tre Croci è un centinaio di metri di dislivello più sotto, ma il tragitto è molto lungo. In tre o quattro punti sono state messe delle scalette di ferro per agevolare il passaggio, e qualche tratto è stato pure attrezzato, perché leggermente esposto, ma nulla di impegnativo direi che l’imbragatura non è necessaria. Superati questi tratti il sentiero 215 scorre dolcemente tra le cime di Marcuoira e la Orte di Marcuoira che sfoggia senza timore i suoi caldi colori autunnali. Zummo sulle Tre Cime, larici ed abeti davanti a loro sembrano contendersi il cielo, ma non c’è storia. Il sentiero si inoltra poi nel bosco e procede lento e quieto verso il passo Tre Croci dove arriviamo verso le 15.
Quota 1809. Passo Tre Croci. Tempo totale 6h circa.
In estrema sintesi:
Distanza totale: 14658 m
Altitudine massima: 2307 m
Altitudine minima: 1791 m
Totale salita: 981 m
Totale discesa: -977 m
Tempo totale: 05:13:34
Ciao a tutti ci vediamo il 14 e 15 novembre.