12/06/2011 Pala del Becco
Domenica 12 giugno, in piena tornata elettorale per i referendum sull’acqua, il nulceare ed il legittimo impedimento, quattro coraggiosi arditi decidono di sfidare il meteo ed azzardare l’uscita già rinviata la domenica precedente causa meteo incerto. Si parte alle sei in punto ed alle otto siamo già a passo Manghen..
Parcheggiamo proprio di fronte al cartello di Castello Molina di Fiemme. Dopo dieci minuti siamo in cammino sul sentiero 322. Il cielo è coperto, la temperatura si aggira intorno ai 7/8 °C, il terreno è umido, ma la voglia di camminare è tanta. Il primo traguado è la forcella del Frate dove Carlo effettua il primo pit stop per il cambio acqua. Proseguiamo verso forcella Ziolera.
Purtroppo le nuvole non ci lasciano godere del panorama, ma per fortuna la natura intorno a noi ci consola. Il primo incontro ravvicianto avviene con un camoscio che arriva improvvisamente spuntando dalla nebbia e passandoci davanti veloce. Diversi gli avvistamenti di marmotte a volte veramente numerose, ne abbiamo contate 6 o 7 in uno dei tanti pendii erbosi.
Arrivati alla forcella Ziolera sulla destra si intravede la nostra meta, la Pala del Becco. Anche il sentiero si intravede, anzi non c’è proprio, bisogna aguzzare la vista per cercare gli omini. Ci incamminiamo così verso la vetta. Ogni tanto si improvvisa cercando quello che sembra il percorso migliore, ma sui tratti rocciosi bisogna prestare veramente tanta attenzione perchè scivolosi. Nell’ascesa verso la cima dobbiamo superare un paio di passaggi più difficoltosi che richiedono particolare attenzione e l’aiuto delle mani, ma all fine ci siamo, anche Pala del Becco a 2434 entra nella lista degli Ardtiti. E’ ancora presto per mangiare così decidiamo di scendere subito e fermarci a gozzovigliare in forcella anche perché le nubi non lasciano presagire imminenti aperture tali da farci godere del panorama, quindi tutti giù e buon pranzo.
Dopo il caffé si riparte e finalmente ogni tanto il sole fa capolino e ci le nubi ci lasciano intravedre qualche cima in lontananza. Per il ritorno decidiamo di procedere verso ovest sul Pian delle Fave e qui possiamo ammirare qualche scorcio di natura veramente incantevole. La neve è ancora abbondante così come l’acqua che scorre copiosa un pò ovunque ed i laghetti infatti sono numerosi. Decidiamo infatti di costeggiare uno di questi, il più grande, credo sia il lago delle Buse (guarda il video). L’acqua è limpidissima, la riva nord è delimitata da un bellissimo prato, mancano solo lo sdraio e l’ombrellone. Bello!
Ci avviamo verso passo Manghen, lungo il sentiero abbiamo pure l’onore di ammirare l’eterno, un albero millenario, o meglio ciò che ne resta, ci sfugge invece il re leone che ho scoperto essere un pino cembro oiuttosto imponente. La disgressione ci distrae un tantino, perdiamo il sentiero e scendiamo un pò troppo. Siamo costretti a rientrare al passo lungo la strada asfaltata. Ore 15 circa, giusto in tempo per cambiarci prima dell’arrivo di una leggera pioggerellina che ci “costringe” ad effettuare una capatina al vicino rifugio. Birretta e piatto freddo a base di formaggio ed affettati vari che è andato giù come l’acqua. Siamo pronti per il rientro.
Vista 2D dal satellite -> link.
Vista 3D statica dal satellite.
Vista 3D dinamica dal satellite
Visualizzazione ingrandita della mappa
Non c’è che dire… Cippe invece di curare i campi da calcio dovrebbe darsi al giornalismo…. Bell’articolo e bella idea l’inserimento della foto satellitare…
Giro interessante e ottima compagnia (come sempre del resto) anche se il tempo non è stato dei migliori. Speriamo di essere più numerosi il prossimo 24 luglio, restando però fedeli al nostro motto: “Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è”.
Ciao a tutti
bravissino stefano
a parte gli scherzi sei veramente glande