05/01/2017 Forte Interrotto – Monte Zebio
Distanza totale: 17,9 Km (8↑ 8↓ 1,9↔)
Altitudine massima: 1711 m
Altitudine minima: 1246 m
Totale salita: 742 m
Totale discesa: -742 m
Tempo totale: 06:35:00
Vista l’assenza di neve quest’anno perché non fare un giretto? Eccolo qua, sull’altopiano di Asiago in zona monte Zebio passando per forte Interrotto. Siamo io e Pedro, gli altri tutti a lavoro (schiavi!) o in ferie (lussuriosi!). La giornata è ottima, ma fa freddo … molto freddo.
Partenza 1248 mt. Tempo 00:00.
Saliamo in auto da Camporovere, in centro cartello con indicazioni per forte Interrotto a sinistra, e saliamo lungo la strada asfaltata che poi diventa sterrata. Subito dopo il primo tornante sulla sinistra vi è un ampio slargo per parcheggiare. Lasciamo l’auto e partiamo. La strada sale fino a forte Interrotto, dove si può arrivare anche in auto, ed è possibile seguire la strada oppure tagliare attraverso i boschi, noi abbaimo fatto un pò ed un pò, in 20 minuti siamo al forte. Eravamo stati da queste parti tutti e due anni fa con i bambini e devo dire che ora è tutta un’altra cosa, erbacce e cespugli hanno lasciato il posto ad un bel prato ed il forte è veramente spettacolare e grazie anche alla bella giornata che ne fa risaltare i colori le mura si esprimono con un bel giallo/arancio/ocra/nocciola. Facciamo un giretto all’interno, c’è ancora un’impalcatura, forse rimane ancora qualche lavoro da fare, sulla sinistra una serie di canne in alluminio simboleggiano il suono interrotto dai reticolati della guerra, presenti in gran numero durante il conflitto e sui quali molti uomini lasciarono la loro vita. Il suono oggi è ininterrotto a causa del gelido vento. Proseguiamo sulla strada bianca che si inoltra nel bosco e proseguiamo fino al primo bivio che raggiungiamo dopo circa 35 minuti, proprio sotto il monte Interrotto. Prendiamo la sinistra in direzione monte Mosciagh mentre dalla destra arriveremo al ritorno.
La strada bianca è un pò noiosa ma facile, procede pressoche in piano o leggera salita, ma sempre all’ombra. Vietato fermarsi, ci si raffredda, le mani sono le prime a farne le spese, faccio perfino fatica a scattare le foto, per curiosità decido di esporre all’esterno il mio GPS per misurare la temperatura, nel momento in cui lo espongo indica 20°. Nei pressi del monte Mosciagh sulla destra è evidente la lapide in memoria della brigata Catanzaro, e nelle vicinanze un cartello con la ricostruzione delle vicende da essa percorse. In sintesi la brigata richiamata dal Friuli, sale a piedi verso l’Altopiano incontrando gli abitanti che fuggono disperati. Gli AstroUngarici hanno rotto il fronte e si sono imposessati dei forti Verena e Campolon e stanno scendendo le valli verso Roana e Camporovere. La brigata Catanzaro ha il compito di raggiungere il monte Mosciagh dove resistono i pochi superstiti della Salerno.
Il silenzio è assordante ed insieme al vento pungente fa male, la mente prova ad immaginare cosa poteva essere qui un centinaio di anni fa, quali rumori ? Schiopettate, cannonate, urla, lamenti, il bianco della neve che oggi non è presente cosparsa del rosso degli uomini spinti ad uccidersi dal loro credo, dai loro ideali o da chi glieli imponeva. Penso ai giorni nostri e trovo facilmente delle similitudini anche se in un contesto diverso, almeno qui da noi.
Poco più avanti raggiungiamo località Bille Heart dove sono stati ubicati i cimiteri Mosciagh 1 e Mosciagh 2 nei quali riposano le salme di centinaia di soldati AustroUngarici. Ci sono poche lapidi ma avvicinandosi si può leggere che ciascuna di esse contiene i resti di circa 170 uomini. Siamo arrivati qui dopo circa 1h e 30m di cammino, lancio una fugace occhiata al mio GPS, indica -2 e penso a Luca, ma soprattutto la batteria mi sta strillando a pieni polmoni che non ce la fa più dal freddo, lampeggia tutto. Rimetto lo strumento al calduccio sul polso destro provando un lungo brivido di freddo.
Cimiteri del monte Mosciagh. Metri 1486. Tempo 1h 30m.
Prendiamo a questo punto la stradina che si snoda proprio tra i due cimiteri per portarci verso il sentiero 833. Il sentiero qui si sviluppa in mezzo al bosco ma è molto ben segnato, impossibile sbagliare, se si perde la traccia basta alzare lo sguardo e cercare i segni bianco-rossi. Il sentiero sbuca in una strada bianca, 10 minuti, volgendo lo sguardo a sinistra si può vedere a pochi metri il bivio del sentiero 833 che sale sulla destra verso il bivacco Stalder. Dopo altri 10 minuti raggiungiamo un secondo bivio dove proseguiamo a destra, anche qui è presente un cartello con le indicazioni, ancora 10 minuti e raggiungiamo il cimitero Mosciagh 3.
Bivacco Stalder. Metri 1600. Tempo 2h 30m.
Il bivacco è molto grazioso e non ha nulla a che vedere con i bivacchi che immagino io. Si tratta in effetti di una casa privata che può essere presa in affitto per le vacanze e ci si può arrivare in auto. Proseguiamo sulla destra in direzione del cimitero della brigata Sassari ad una manciata di minuti. Il sito è molto ben tenuto, una delle più belle trincee ricostruite da me visitate, ed il cimitero con queste caratteristiche croci di legno è molto bello anch’esso anche se triste. Vi sono alcuni cartelli che spiegano come funzionava la trincea con alcune foto di com’era prima e dopo il recupero e che raccontano a sommi capi la storia della brigata Sassari. Dopo aver visitato i dintorni ritorniamo sul sentiero 832 che parte dal bivacco per raggiungere monte Zebio. Percorsi pochi metri però troviamo le indicazioni per Lunetta di Zebio (1675 mt, 2h 55m) che decidiamo di visitare sfidando il forte e gelido vento, il nostro insidioso nemico, che ci raggiunge ormai facilmente allo scoperto sui prati e fuori dal riparo del bosco, il sole è la nostra salvezza, l’ombra un alleato nemico. Questo luogo è famoso per una grande mina esplosa non si sa bene perché e come, le testimonianze AustroUngariche accennano ad un possibile innesco da parte di un fulmine, le testimonianze Italiane parlano dello scoppio della contromina nemica situata sotto la nostra galleria di mina. Il tutto è descritto nei numerosi cartelli in zona. I due nemici stabilirono un periodo di tregua per recuperare i morti ed aiutare i feriti, pochi. Dalla Lunetta proseguiamo dritti con lo scopo di raggiungere la cima del monte Zebio, 1717 mt, che raggiungiamo dopo 3h e 20m, lo strumento senga 1711, non è proprio la cima ma può bastare, tira un vento gelido talmente forte da spostarmi. Bel panorama sulla pianura, ed in lontananza un pò di neve, ma non so di quale cima si tratta. Ci dirigiamo verso malga Zebio tagliando per una traccia visibile sulla sinistra durante la discesa da monte Zebio e quindi raggiungiamo la malga.
Malga Zebio. Metri 1670. Tempo 3h 30m.
Alla malga troviamo un gruppetto di giovani fermi dietro al muro in pieno sole, Pedro augura anche a loro buon freddo mentre noi proseguiamo verso il mueso all’aperto situato di fronte alla malga. Dedichiamo alla visita del museo circa trenta minuti, foto1, foto2, foto3, foto4, foto5, foto6, disturbati dalle folate sempre più forti. Troviamo riparo dietro ad un masso e ci accovacciamo per mangiare, in fretta, perché tutto si congela compresa l’acqua che prendo per bere, è un blocco di ghiaccio, schiaccio forte la bottiglia ma ne esce solo qualche goccia quindi rinuncio accontendandomi di una succosa clementina. Il pranzo è durato ben 13 minuti, un record credo. Ritorniamo sui nostri passi riprendendo il sentoero 832 verso il bivacco Stalder. Arrivati al cimitero della brigata Sassari prendiamo il sentiero della pace, 832B, che si inoltra nel fitto bosco mitigando le sferzate del vento. Occorre fare attenzione a due bivi che non bisogna saltare altrimenti si allunga il percorso, ma in ogni caso si arriva sulla strada bianca che porta a forte Interrotto. Poco prima di innestarsi su questa ci sono le indicazione per la croce di Parma. Una volta raggiunta la strada bianca prosegiamo a destra verso forte Interrotto. Occorre fare attenzione raggiunto il bivio nel tenere la sinistra, si arriva lo stesso al forte, ma a destra è molto più lungo. Raggingiamo forte Interrotto dopo 6h e 10 minuti. Altra visitina giusto per fare una al forte, ad Asiago ed all’Ossario, quindi giù verso l’auto che raggiungiamo dopo 6h e 35m e dopo aver percorso circa 19 km.