07/01/2017 Becco di Filadonna
Distanza totale: 14,3 Km
Altitudine massima: 2102 m
Altitudine minima: 1353 m
Totale salita: 1124 m
Totale discesa: -1124 m
Tempo totale: 07:30:00
Presenti:
Bruno, Cippe, Leonardo, Luca, Paolo, Silvia, Valeria, Nutella.
Bruno lancia l’idea, vista l’assenza di neve e le giornate splendide perché non rifare il giro al Becco di Filadonna ? E perché no ? Nel 2015 era stata una giornata infame con visibilità zero e pioggia al ritorno. Partiamo sabato mattina alle 7, siamo in 6 più Nutella, 7 posti per 7 escursionisti, 7 x 7 fa 49, Paolo, l’ottavo, ma che non è il nano, ci aspetta al passo. Tra caffè, preparativi, chiacchiere e nessun distintivo inziamo a camminare che son le 9. La giornata è ottima, fa freddo.
Partenza 1341 mt. Tempo 00:00.
Attraversiamo la strada asfaltata e prendiamo la strada bianca a sinistra che sale verso il Cornetto in 30 minuti siamo alla malga Cornetto, o meglio ciò che resta, cioé un bel buco, tutto il resto è stato rimosso. Da qui si possono seguire i cartelli del sentiero 451 o prendere la salita più diretta attraverso la ex pista da sci, più ripida, ma più corta e panoramica, ognuno sale con il proprio passo, ci raggruppiamo all’inizio del bosco dopo circa 1h e 30 minuti. Attraversato il breve tratto di bosco si inizia a camminare tra i mughi che ci riparano per il momento dalle forti folate di vento gelido. Pochi minuti e raggiungiamo il bivio per il sentiero Gentilini, che faremo al ritorno, da qui è ben visibile la nostra meta il Becco di Filadonna. Siamo a quota 1900 metri circa, tempo trascorso 1h e 50 minuti più o meno. Proseguiamo quindi a sinistra fino a raggiungere l’anticima del Cornetto a quota 1997, con i caratteristici sci piantati a terra e la poesia dedicata a Gabriele. Poco più avanti il Cornetto dove sono presenti due manufatti in cemento con sopra le indicazioni di tutte le cime visibili da qui, ed oggi è proprio la giornata giusta per divertirsi a riconoscerle tutte.
Monte Cornetto. Metri 2054. Tempo 2h.
Dal monte Cornetto proseguiamo sul sentiero 425, ancora protetti dai mughi, fino a raggiungere il bivio dove convergono i sentiero 425, il nostro, ed il 425B, il Gentilini. E’ in questo punto che Paolo e Leonardo ci lasciano. Paolo avverte dolori al ginocchio e non vuole rischiare, Leo lo segue giusto per fargli compagnia e non lasciare il “vecchietto” da solo. Lo apprendo per ultimo in quanto mi ero portato un pò più avanti per scattare qualche foto verso il lago di Caldonazzo ed il Becco. Il sentiero 425 sale dolcemente, non ci sono tratti ripidi ed è tra l’altro quasi tutto al riparo dal vento, passiamo poco dopo anche il bivio, non documentato, con il 439 che sale dal passo della Fricca, e quasi alla meta incrociamo il 442 che arriva dal rifugio Casarota. Proseguiamo a sinistra e subito dopo a destra, davanti a noi la nostra meta, ancora pochi passi e raggiungiamo la croce.
Becco di Filadonna. Quota 2150. Tempo 3h 40m.
Il panorama da qui è sublime, faccio qualche foto al lago di Caldonazzo, Trento, il bivacco della Vigolana, mi piacerebbe visitarlo, ma sono altre due ore tra andata e ritorno, accontentiamoci di guardalo sul web, durante la costruzione, in un video dall’alto, e all’interno. Resistiamo solo pochi minuti qui sopra, il vento sferza senza pietà, la temperatura la immaginiamo soltanto, arriva qualcun altro, ma tutti scappano via, noi facciamo lo stesso e decidiamo di scendere in zone più protette. Torniamo all’incrocio con il 442 e proseguiamo sul 425 da cui siamo arrivati, scendiamo fino ai primi mughi e troviamo un bel posticino a pochi metri dal sentiero e ben protetto dal vento, in pieno sole, una goduria. Qui consumiamo il nostro pranzo corroborato dal meraviglioso te caldo, un vero toccasana, offerto da Bruno che tiene a debita distanza il commissario Rex de noialtri, mentre Luca accenna ad un vocalizzo con il suo microfono di biscotti, Valeria fa le linguacce alla sua merendina e Silvia sembra infastidita, o forse solo sopresa, da tale paparazzo che non la smette di scattare. Rifocillati e riposati riprendiamo la discesa fino al bivio con il sentiero Gentilini che dopo qualche discussione decidiamo di affrontare. Il cartello dice sentiero difficile, si tratta in realtà di un percorso a tratti esposto, ma non eccessivamente, la sede dove si appoggiano i piedi è sempre sufficientemente ampia, inoltre non ci sono pendenze eccessive, l’unico punto insidioso è ben servito dal cavo d’acciaio di recente posizionamento credo, almeno così sembra dall’aspetto, qui invece una foto sull’ultimo tratto dopo il quale si torna sul 425 fatto all’andata. Facendo il 425B si salta il Cornetto. Sono trascorse poco più di 6 ore quando sbuchiamo sul 425 e riprendiamo a scendere tra i mughi. Il vento è sempre impietoso e nei tratti non riparati si fa odiare, con un pò di attenzione si può sentire il lamento dei tronchi degli abeti, costretti a piegarsi sotto l’insistente spinta dell’aria.
Finalmente arriviamo sulla pista da sci. Immaginiamo il prato davanti a noi coperto di neve così da poterlo percorrere in pochi istanti con un attrezzo di fortuna, ma non è così. Prima di affrontare la ripida discesa decidiamo di regalarci qualche istante di riposo, poi giù per il pendio, fino a rientrare nell’ultimo tratto di bosco e quindi all’auto, non dopo aver immortalato questa splendida luna.
Arrivo a passo Sommo. Quota 1341. Tempo 7h 30m.