21-22/01/2017 Rifugio Sennes (Braies)

 

Distanza totale nei due giorni: 21,5  Km
Altitudine massima: 2311 m
Altitudine minima: 1350 m
Totale salita: 1300 m
Totale discesa: -1300 m
Tempo totale: 09:10:00

Presenti: tutti quelli nella foto

Eccoci all’ormai consueta due giorni con le ciaspole come da tradizione svoltasi in gennaio ed organizzata da Silvano coadiuvato da Andrea. L’inverno fino ad ora è stato piuttosto avaro da queste parti per quanto riguarda la neve, ma fortunatamente qualche giorno prima della partenza una spruzzatina (circa 10 cm) di neve ci permette di affrontare l’escursione in un contesto più realistico in questo periodo dell’anno. Ritrovo sabata mattina verso le 11:30, partenza e via dritti senza soste fino a Podestagno popco dopo Cortina, lasciamo l’auto in un appostio parcheggio situtato sulla sinistra di un ampio tornante della statale 51 in òocalità S.Uberto. Soliti preparativi, un rapido spuntino e via, sono passate da un pezzo le 15.

Partenza da S.Uberto. 1421 mt. Tempo 00:00.
Dal parcheggio prendiamo la strada bianca che sale fino al rifugio Sennes ora ricoperta di neve, pochi centimetri, ma coperta, siamo sul sentiero 6. C’è ancora molta luce a quest’ora e durante la salita si possono ammirare diversi gruppi. Guardando alle nostre spalle verso destra, come si evince da questa foto, possiamo ammirare al centro le Tofane,  in primo piano sulla destra il Vallon Bianco, e sulla sinistra col Rosà. Guardando invece verso sinistra non riesco ad indivudare questa cima, potrebbe essere il gruppo del Pomagnon, deduco dalla carta, mentre più a sinisitra non visibili nella foto, ci sono il Cristallo ed il Vecio del Forame. Proseguiamo sempre dritti sulla nostra stradina fiancheggiando il torrente Boite che ad un certo punto attraversiamo. In realtà il torrente non si vede, è tutto ghiacciato, ma nei pressi del ponte una piccola cascatella ci permette di intravvedere l’acqua. Siamo a ridosso del primo obiettivo ed infatti dopo qualche centinaio di metri ecco che la stretta valle si apre, mostrandoci il ra Stua.

Rifugio Ra Stua. 1668 metri. Tempo 1h.
Aspettiamo le retrovie ed intanto guardiamo le indicazioni, ci sarebbe la possibilità di salire per Fodara Vedla, allungando leggermente il percorso, ma forse è troppo tardi, e con il senno di poi, per fortuna, proseguiamo sulla strada. Raggiungiamo località campo Croce, la luce inzia ad affievolirsi come le mie gambe, così improvvisamente senza aver fatto alcuno sforzo particolare, visto che non ci sono salite impegnative. Dietro di me il resto del gruppo, decido di aspettarlo e prendere fiato. Intanto salendo di quota la neve è aumentata, non è molta, ma rende instabile il passo così decidiamo di mettere le ciaspole per rendere più sicuro l’appoggio del piede, qualcuno invece preferisce i ramponi. Ormai inzia a far scuro, qualcuno già accende la torcia io invece preferisco godermi il flebile chiarore riflesso dalla neve. Sono le ultime foto, sia perché ormai è buio, ma soprattutto perché sono sfinito. Le gambe tremano, a tratti barcollo, devo fermarmim spesso, non mi riconosco. Insomma mi ritrovo ultimo della compagnia con la compagnia di un luminosissimo Venere e un più timido Marte sopra la mia testa quando finalmente vedo la luce del Sennes.

Rifugio Sennes. 2126 metri. Tempo 3h 30m circa (il mio tempo).
Praticamente stanno aspettando me per cenare, il solo entrare in rifugio mi rigenera. Appena dentro mi avvolge un affettuoso calore, e mi accolgie il gioioso vocio dei miei compagni d’avventura in gran parte già seduti a tavola. Un attimo però, voglio godermi questo luogo. Appena dentro sulla destra la stanza per scarponi, ciaspole, slitte, bastoncini, sci, altro ? La cosa che più mi sbalordisce sono gli appendi scarponi, dei tubi in plastica, gialli, dai quali fuoriesce un getto di aria calda. Fantastico! Per non parlare degli appendini per le ciaspole, e ttuto il resto. Bene mi dirigo verso la stanza numero 6, che mi è stata assegnata, la quale contiene i soliti russatori notturni, siamo in quattro. Mi dirigo verso la sala da pranzo. L’ambiente è molto ben curato, più da albergo che da rifugio. La zona pranzo è divisa in diverse stanze con tavoli da quattro, sei, otto eccetera. Ci fa comapgnia anche una marmottina imbalsamata, ma in giro ci sono diversi ammenicoli alcuni veramente interessanti. Ecco la nostra tavolata. Menu alla carta, vado con un piatto di canerderli in brodo ed un omelette dell’alpinista. Poi diamo il via ai nostri dolci ed al nostro vino tra cui le mie due bosse: un rosso da tavola ed un Prosecco, è il mio compleanno, auguri Cippe! Ad un certo punto passata la fame e riposate le membra, avverto un certo mal di testa, porto le mani alla fronte per massaggiarmi un pò e … sono bollente. Misuro la febbre, 38, prendo una tachipirina e vado a letto.

22/01 Rifugio Sennes. 2126 metri. Tempo 00.
La sveglia (notte in bianco ovviamente) non è delle migliori, sembra che un’intera squadra di rugby mi sia passata sopra durante la notte, ma ho un pò di fame, quindi vado a far colazione, la febbre non è altissima, prendo un’altra tachipirina questa volta gentilmente offerta dal gestore, quindi esco dal rifugio per assistere alla partenza dei miei amici. Dopo qualche discussione decidono per salire al col di Lasta grande, tornare al rifugio e scendere alle auto passando per il Fodara Vedla. Foto di gruppo davanti al rifugio. Non posso commentare ovviamente l’ascesa al col di Lasta, ma ho lasciato il mio computer a Bruno per registrare la traccia. I ragazzi comunque tra andata e ritorno ci mettono 1 h e 15m circa, io invece faccio due passi fino al malga Sennes, mi sento bene, ma volgio collaudare le gambe. Mentre mi dirigo versola malga a 15′ dal rifugio vedo in lontananza i miei amici, e li seguo con lo sguardo fino in cima, poi torno al rifugio e mi spaparazzo al sole ad aspettarli, in tiale relax e scattando di tanto in tanto qualche foto. Attenzione a questa, a partire da sinistra Croda Rossa e Croda Rossa d’Ampezzo (quella con i tre cucozzi e più alta),  al centro della foto il Popena e alla sua destra il Cristallo (quello più alto) quindi la Croda de R’Ancona (davanti al Cristallo come prospettiva) ed infine a destra il Sorapiss. Fantastico tutti riconosciuti grazie a PeakFinder, non che io sia un esperto, mentr i due individui sono Bruno e Fede. Partiamo verso il Fodare Vedla che sono le 11 e 30, anche gli altri sono diretti la, ma hanno fatto un giretto leggermente diverso. Dal Sennes, che salutiamo alle nostre spalle, prendiamo il sentiero 7 che a tratti segue la strada bianca, ex carrozzabile militare, a tratti scorre nel bosco di mughi. Percorso incantevole, senza dislivelli, incrociamo diverse persono in salita verso il Sennes. Attraversato il bosco di mughi si sbocca nella strada bianca, prendendo a sinistra ci sidirige verso il Fodara Vedla.

Fodara Vedla. Metri 1966. Tempo 1h.

Il posto è veramente incantevole, mi fa pensare ad un villaggio western in mezzo alla neve, con tutte queste casupole sparse per la radura. Non c’è anima viva, il rifugio è chiuso, ma guarda caso ritroviamo i nostri amici che si sono qui fermati per il pranzo, condividiamo la scelta e consumiamo insieme le nostre cibarie. Riprendiamo il cammino sul sentiero 9 verso il lago di Rudo a pochi minuti dal rifugio, sulla carta in realtà è indicato come lago de Fodara. Dopo il lago il sentiero si inoltra in un budello con un ambiente particolare perché la neve si è attaccatta alle piante dando al paesaggio un aspetto cristallino, incantevole. Superato questo tratto particolare ci inoltriamo nel bosco che scende ripido verso campo croce ed il sentiero 6 che abbiamo percorso ieri. Diversi tornanti aiutano a superare il dislivello, ma il sentiero è molto ampio e facile in discesa, se l’avessimo fatto ieri sera sarebbe stato ben diverso. Raggiunto il sentiero 6 proseguiamo verso destra in direzione del rifugio Ra Stua dove sorseggiamo un caffé quindi torniamo alle auto.

Parcheggio. Metri 1421. Tempo 3h 45m (soste incluse).

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