02/01/2018 Castello di Andraz (ciaspole)

Distanza totale: 7,04 Km (3,2↑ 2,6↓ 2↔)
Altitudine massima: 2085 m
Altitudine minima: 1752 m
Dislivello assoluto: 333 m
Totale salita: 346 m
Totale discesa: -417 m
Tempo totale: 5h 10′ (soste comprese)

Presenti: Cippe, Fede, Bruno, Luca ed amici.

C’era la voglia di fare un giro ad inzio anno e guardando il meteo la scelta è limitata, l’unico giorno buono secondo le previsioni era il 2, e così decidiamo. Meta Andraz, castello e dintorni, poi vedremo se raggiungere qualche sito particolare, per esempio il passo Valparola o il bivacco Sief, ma come dice il buon Pitta: “non si può improvvisare”. Partiamo martedì mattina verso le 6, solita pausa caffé ed arrivo in loco verso le 9 e 15.

Parcheggio auto in statale 203. Quota 1800 circa.
Dopo aver risalito la regionale 203 e quindi la 48 con cautela per la presenza di neve sul fondo stradale lasciamo l’auto nel piccolo parcheggio situato sul bivio che porta a Castello, ci sono giusto due posti, prenotati con il pensiero. Percorriamo la stradina asfaltata che scende verso Castello, un piccolo paesino di 20 case, fino a raggiungere queste prime indicazioni, alle nostre spalle il Col di Lana, la cima più alta ed alla sua destra il Sief, direi irraggiungibili visti da qua. Sui cartelli leggo passo Valparola e mi lascio trarre in inganno, in realtà da qui si va ai piani di Falzarego, poco più avanti parte un altro sentiero più diretto, ma soprattutto più battuto, percorribile anche senza ciaspole. Ad ogni modo ci immergiamo nel bosco e procediamo seguendo comunque una traccia appena battuta in un paesaggio incantato. Dopo qualche centinaio di metri la traccia diventa più labile, inziamo a girovagare nel bosco alla ricerca dei bolli rossi sugli alberi, ogni tanto riusciamo a scorgere  qualche segno bianco rosso che rinvigorisce il passo. In sostanza lasciamo subito il sentiero che porta ai piani di Falzarego, tenendo la sinistra verso il Valparola. Ci innestiamo sul sentiero giusto all’altezza del Pian De La Bela Freina a circa 1900 metri. Davanti a noi ampie radure immacolate aprono la visuale verso le cime di Gerda, il Settsass ed il Sass di Stria. Riprendiamo la marcia dopo una brevissima pausa giusto per goderci il panorama sempre in direzione passo Valparola, visibile davanti a noi. Appena rientrati nel bosco troviamo delle tracce, qualcuno è passato prima di noi, le seguiamo e dopo un po’ ecco una coppia che sta avanzando ad istinto verso il passo, ma non sa esattamente dove andare. Passo davanti e continuo a seguire i bolli rossi presenti sugli alberi ed a un certo punto ecco il segno bianco-rosso, siamo sul sentiero.

Sentiero 23 basso (3.3 km, 1942 mt, 2h)
Non mi rendo conto di essere sul 23, immaginavo di calpestare ancora il sentiero che sale dal castello e quindi proseguo erroneamente verso destra, come si evince dalla traccia. Per raggiungere il bivacco Sief avrei invece dovuto svoltare a sinistra. Percorriamo velocemente circa 500 metri convinti di dover raggiungere l’incrocio appena passato ed invece stiamo andando dritti verso il passo Valparola. Un blocco di neve si accorge dell’andatura sostenuta e sembra voler intraprendere una gara con noi assumendo una forma dinamica. Dopo appunto 500 metri circa svolto a sinistra convinto di intersecare il 23 basso, siamo all’incirca nella piana di La Viza, invece ci dirigiamo verso il sentiero alto che passa sotto Le Pale De Gerda, una faticaccia. Neve fresca ed abbondante, terreno insidioso, salita, terreno sconnesso, eccetera, ci stroncano, ma soprattuto fanno passare il tempo e non troviamo segni di sentieri. Riguardando la traccia mi rendo conto che siamo arrivati a lambire il 23 alto, a quota 2075 circa, e proprio nel punto più alto scorgiamo sopra di noi un bel branco di camosci, mentra davanti a noi si apre un meraviglioso panorama.
A sinistra spicca il sass di Stria, procedendo verso destra la croda Negra imbiancata dietro la quale spunta  l’Averau. A sinistra dell’abete il monte Cernera mentre a destra dello stesso c’è il monte Pore e quindi il Civetta. L’ultima vetta sulla destra è il Col di Lana, irraggiungibile. E’ quasi l’una, troppo tardi per raggiungere il bivacco Sief. Scendiamo di brutto, prima però una foto al forte Intra i Sass da quassù, inoltrandoci nuovamente nel bosco, e dopo circa 300 metri ecco il sentiero 23 basso. La traccia è appena visibile, ma il solco sulla neve è chiaro.

Sentiero 23 basso (4.8 km, 2000 mt, 3h 45′).
Seguiamo il sentiero verso il bivacco, bello, in mezzo al bosco, in piano, e con qualche punto particolare come questo passaggio angusto in un grande masso spaccato a metà. Poco dopo al primo spiazzo al sole ci fermiamo per pranzare. Durante il pranzo valutiamo posizione e tempo, è troppo tardi per raggiungere il bivacco e non siamo certi della nostra posizione non avendo trovato riferimenti precisi, decidiamo quindi di scendere ancora attraverso il bosco fino al castello. E’ sempre emozionante, affascinante e sorprendente camminare in mezzo al bosco coperto da una bianca, abbondante ed immacolata coltre di neve fresca che rende tutto così ovattato, silenzioso, misterioso, fiabesco ed inprevedibile. Durante l’attraversamento di un ruscelletto, Bruno sostiene con una spalla e con la sola forza delle gambe un’enorme massa di neve che incombe sul critico passaggio, ed anche se si aiuta con il bastoncino direi grandioso. Usciamo dal bosco sempre in terreno immacolato e ne approfittiamo per scattare qualche foto nei pressi una ampia radura alla fine della quale ci ricongiungiamo con il sentiero risalito al mattino. Proseguiamo questa volta sulla traccia diretta al castello, ben battuta e leggermente in discesa. Non mi sfugge dopo qualche centinaio di metri questa macchia sulla neve dalla forma romantica. In breve siamo al castello di Andraz, ovviamente chiuso in questo periodo, ma che merita assolutamente più di qualche foto.

Castello di Andraz (7.1 km, 1750 mt, 5h 45′).
Il castello è veramente bello, costruito su uno sperone roccioso, mi è capitato di visitarlo nel periodo estivo, e merita veramente una capatina, l’interno è ben tenuto e documentato. Interrompo qui la traccia anche se rimane da risalire la stradina per tornare alle auto, i pochi escursionisti che incrociamo hanno tutti il sorriso stampato sul volto, evidentemente appagati dal contesto.

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