17/06/2018 Sfornioi Nord e forcelle varie

Distanza totale: 15,4 Km (7,7↑ 7,5↓ 0.2↔)
Altitudine massima: 2410 m
Altitudine minima: 1531 m

Dislivello assoluto: 879 m
Totale salita: 1870 m
Totale discesa: -1875 m
Tempo totale: 08:10 (soste comprese)

Presenti: Cippe, Cippols.

Di nuovo insieme dopo l’esperienza invernale sul Mulaz per affrontare questa salita allo Sfornioi Nord. Partenza ore 7 da Padova, autostrada fino a Longarone e poi su per la SP251. Appena entrati in località Mezzo Canale, pausa caffè alla trattoria da Ninetta, parcheggio a destra dopo la trattoria. La simpatica locandiera ci apre la porta ancora chiusa a chiave e ci accoglie con un dolce “stavo giusto per aprire”. Proseguiamo fino al bivio con la SP347, prendiamo la destra che ci porta fino a passo Cibiana nei pressi del rifugio Remauro e della baita Deona. Parcheggiamo. Occhio che qui i parcheggi sono a pagamento, ma oggi è gratis.

Passo Cibiana. Quota 1530 metri.
Per il parcheggio c’è l’imbarazzo della scelta, noi ci fermiamo vicino alla baita Deona da cui partono diversi sentieri tra cui il 483. Solita vestizione, anche oggi ho ben tre strumenti da far partire, il solito Garmin, il solito Geonaute e la nuova app Locus map sul telefonino Android. Dal parcheggio prendiamo la strada sterrata in direzione sud che porta verso la dismessa Casera Copada Alta e ben segnalata da cartelli segnaletici (0.1 km, 1540 mt, 1′).  La strada sale lieve e dritta nel bosco fino ad un bivio dove prendiamo la destra (0,4 km, 1606 mt, 16′) ancora cartelli indicatori, qualche centinaio di metri e la strada diventa sentiero, il 483 appunto, anche anello Zoldano e alta via numero 3, inoltrandosi in un bellissimo bosco ombroso. Il sentiero passa proprio sopra la casera (1.23 km, 1750 mt, 19′) e prosegue dolce e silenzioso nel bosco a tratti di faggio a tratti di abete e costellato da quantità spropositate di bellissimi anemoni gialli. Ogni tanto qualche spiraglio ci lascia intravedere la nostra meta, lo Sfornioi nord, a sinistra il Sassolungo di Cibiana, il punto più basso è la forcella Bella da cui passeremo al ritorno. Raggiungiamo una radura, i piani d’Angias (2.17 km, 1894 mt, 37′) dove si incrociano tre sentieri,  a sinistra quello in arrivo da forcella Bella che sarebbe il proseguio del 483, a destra il 482-485 verso forcella de le Ciavazoles, il nostro, ed il proseguio del 485 che porta al rifugio Bosconero. In un primo momento proseguiamo sul 483, ma un’occhiata al navigatore sul telefonino ci fa capire dopo pochi metri che siamo sulla strada sbagliata, torniamo sui nostri passi e prendiamo il 482-485 verso forcella de le Ciavazoles. Intanto siamo saliti di quota, la vegetazione si fa meno fitta ed il panorama più interessante, subito in evidenza el “Caregon”, alla sua destra le cime di Forca Rossa, poi il trittico Fanis, Tofana di Rozes e Tofana di Mezzo quindi tutto a destra la Croda Marcora ed il Sorapiss, mentre quel monolite che si erge davanti a noi dovrebbe essere lo spiz de Mezdì, ‘ndemo vanti, gli alberi di alto fusto ormai lasciano il posto ai mughi nel tratto di sentiero che sale alla prima forcella di giornata.

Forcella De Le Ciavazoles (2.73 km, 1994 mt, 50′).
Alla forcella c’è un gran spettacolo, non è itinerante, è sempre qua, il gruppo del Bosco Nero che ha veramente un fascino tutto suo con quelle guglie dritte e ravvicinate, spettacolare. Ma guardiamo avanti la nostra meta è più su. Lasciamo il sentiero ufficiale e seguiamo una traccia, bolli rossi e ometti, che sale fino allo Sfornioi Nord e prosegue poi per quello di Mezzo e Sud. Camminiamo ormai sulla nuda roccia, e poco più su intravediamo una croce di metallo che raggiungiamo in pochi minuti (3.35 km, 2250 mt, 1h 16′). Eccola qua la croce, posta sull’anticima dello Sfornioi Nord, sotto di noi il paese di Cibiana e più in fondo la valle del Boite  con Venas ed il lago di Valle. Continuiamo la salita, che non è mai troppo ripida, fino a raggiungere un grande masso che sembra quasi una freccia ad indicare “per di qua”. Si sale per alcune facili roccette fino a raggiungrere una cengietta che corre proprio alla base dello Sfornioi.  La si percorre tutta fino ad un bel camino di facile ascesa, ma che richiede attenzione soprattutto in presenza di ghiaccio come nel nostro caso, e che porta dritto dritto alla cima dove lo spettacolo è come sempre appagante, rifocillante, riposante e rigenerante. Video.

Sfornioi Nord (3.95 km, 2410 mt, 2h).
Che dire, nulla, si può solo ammirare il panorama da quassù, ogni commento è suprefluo e ripetitivo. Cima appagante e neppure faticosa da raggiungere. Il gruppo del bosconero con Sasso Bosconero (dietro il più grosso a sinistra), Sasso Toanella (dietro al centro) e Rocchetta Alta (a destra). Davanti a loro lo Sfornioi di mezzo (a sinsitra) e sud (a destra davanti al sasso Bosconero). Cippols a 90° sul libro di vetta. Il Pelmo. Antelao ed a sinistra Marcora e Sorapiss, davanti a loro il monte Rite. Piz Boè a centro foto. Cortina con il suo campanile. Faccio pausa nel mio girare intorno a fare foto e cerco Luca, lo vedo intento a studiare la carta, ops! Cosa facciamo? Sono le 11, torniamo all’auto? Troppo presto. Proviamo a dirigerci verso Sfornioi sud, ma la cosa sembra complicata. Decidiamo allora di fare un giro piuttosto ampio passando prima forcella del Matt, un nome che la dice lunga, poi forcella Bella e rientro. Quindi prima di tutto scendiamo tornando verso forcella de le Ciavazoles, durante la discesa ancora qualche foto al Bosconero che mi affascina, poi rieccoci all’anticima, ed infine alla forcella (5.23 km, 1994 mt, 3h 10′). Ora invece di tornare da dove siamo saliti scendiamo sul versante sud della forcella sempre sul sentiero 482-485 che porta al Gronf dove la via si divide. In buona sostanza dalla forcella delle Ciavazoles dobbiamo scendere per di qua. Sembra impossibile, ma c’è pure qualche tratto di corda. Davanti Cippols, io attendo e mi muovo a distanza perché c’è molto movimento di sassi, troppo, ad un certo punto ci fermiamo entrambi spostandoci verso la parete di roccia, i sassi invece continuano a scendere e per diversi minuti, inquietante, con calma dopo un po’ prendo la macchinetta e filmo tutto

arrivati di sotto guardo in su, niente male. Siamo sull’alta via numero 3, ma non si direbbe. Arriviamo finalmente al Gronf (5.6 km, 1789 mt, 3h 25′). Al bivio i cartelli sono sfasciati, non proprio incoraggiante, ma non si può sbagliare, seguiamo il sentiero 482 che in quota costeggia il versante ovest dello Sfornioi fino a raggiungere valle del Matt, l’altra traccia, sentiero 485, porta invece al rifugio Bosconero e procede più in basso. Interessanti alcuni depositi di ghiaccio lungo il percorso, dei veri e propri piccoli ghiacciai. Ecco vista da qua la discesa dalla forcella de le Ciavazoles, sai farla in salita? Di fronte a noi tra i ghiacci del Bosconero stanno scendendo un paio di individui, lo so non centra nulla, curiosità. Raggiungiamo la Valle del Matt dove incrociamo il 490 (7.3 km, 1890 mt, 4h 21′) che sale verso l’omonima forcella. La preoccupazione di Luca è fugata alla vista della forcella, è libera dalla neve, si può salire.

Forcella del Matt (7.85 km, 2063 mt, 5h).
Notevole la visuale, a est e ad ovest dove a destra spicca il Civetta imbiancato ed alla sua sinistra cima delle Sasse e poi Moiazza nord e sud, la salita alla forcella vista da sopra, ma è la discesa che ci preoccupa. Neve e ghiacco al centro, terreno friabile ai lati dove scorgiamo qua e la dei segni rossi. In sostanza il sentiero è sotto la neve, probabilmente scende a zig-zag sul ghiaione,  e noi ne scorgiamo gli estremi che spuntano dalla neve. Attimi di indecisione sul da farsi, come scendiamo? Dove? Perche? Perchè bisogna. Io scelgo il ghiacco, è sufficientemente morbido per formare dei gradini con il tallone, Cippols non si fida preferisce restare sul confine, ma scivola anche sul ghiaino. Insomma dopo momenti bui riusciamo a raggiungere il verde del fondovalle tornando a quota 1600 metri, a quel punto guardo in su per immortalare quanto fatto (8.8 km, 1680 mt, 5h 40′). Passiamo improvvisamente dai mughi ad un bellissimo bosco di faggi, silenzioso e riposante, un toccasana dopo la micidiale discesa dalla forcella del Matt che ha messo a dura prova muscoli e nervi. Stiamo praticamente camminando sul sentiero 490 intorno al Col Alt sotto lo Sfornioi Sud e diretti al bivacco Campestrin che raggiungiamo in breve (6.84 km, 1649 mt, 6h 10′). Ragazzi il bivacco è uno spettacolo, bisogna farci un’amacata. Struttura in pietra, sotto 4 posti letto con tavolo pranzo e cucina economica, sopra un solaio con diversi materassi per ricavare 10-15 posti letto. Fuori ci sono la legnaia, gabinetto, fonte d’acqua, caminetto per fare il fuoco, filo per stendere la bianchieria, tavoli e panche, manca la sauna. Scambiamo due parole con un passante accompagnato dal suo cane, poi riprendiamo il cammino verso l’ultima forcella. Cippols me la indica, aiuto, pronostico un paio di ore per arrivare lassù. Ci mettiamo in cammino sul 483 che dal bivacco sale alla forcella Bella o Impradida. Il sentiero è meraviglioso, ben visibile e percorribile, docile, mai troppo ripido, se non nel tratto finale dove procede un po a zig-zag e fa salire di quota, Luca sale con una tale agilità che quasi mi infastidisce, ma cerco di non staccarmi troppo, in 45′ siamo alla forcella Bella, non ci posso credere avevo pronosticato un paio di ore vista la stanchezza, non lo avrei mai detto, sono esausto, ma fiero.

Forcella Bella (11.25 km, 2112 mt, 7h).
Il panorama ormai è noto ma diamoci un’occhiata, verso nordovest spiccano il Pelmo (al centro) mentre tutto a sinistra il Civetta, tra di loro in secondo piano punta Penia (quello spuntone che pende a sinistra) in primissimo piano il monte Rite con alcune costruzioni in cima e dietro le Tofane di Rozes e di Mezzo. Verso sudest cose a me sconosciute, la cima a sinistra è il monte Duranno, in primo piano al centro il monte Zita ed alla sua destra cima la Palazza e monte Buscada, a destra cima Borgà e monte Sterpezza tutti luoghi mai sentiti e percorsi. Il Cippols si mette in posa e poi si lascia a scene equivocabili. Inquadro lo Sfornioi Nord e nello stesso tempo mi rendo conto di quanto distanti siamo dall’auto. Partiamo di buona lena fortunatamente il sentiero è ottimo, ben segnato e mai troppo ripido si potrebbe quasi correre. Ecco lo Sfornioi una volta percorso tutto il versante insieme al Sassolungo di Cibiana, si vede molto bene il sentiero percorso. Il verde torna protagonista, l’erba, i mughi, i primi larici, il freschissimo bosco e gli anemoni gialli che ci stavano aspettando e ci danno il bentornati.

Baita Deona (15.4 km, 1530 mt, 8h 5′)
Siamo all’auto dopo circa 8h di cammino ed un’altra fantastica escursione, alla prossima.

P.S. Considerazioni sui navigatori

  Locus map Geonaute Garmin
Altitudine minima1531m1581m1518m
Altitudine massima2414 m2433 m2271 m
Altitudine di partenza1544 m1582 m1518 m
Altitudine di arrivo1531 m1594 m1546 m
Dislilvello assoluto883 m852 m753 m
Salita totale2327 m1982 m22857 m
Discesa totale2339 m1970 m2829 m
Tempo di salita3h 36m3h 20m4h 41m
Tempo di discesa2h 57m2h 45m2h 53 m
Tempo in piano1h 35m1h 21m32m
Tempo totale8h 09m7h 26m8h 07m
Distanza di salita7,4 km8,1 km9,4 km
Distanza in discesa7,7 Km8,5 Km8,4 Km
Distanza in piano2,3 km2,4 km1,7 km
Distanza totale17,4 Km19,0 Km19,5 Km

Da tenere in considerazione che il Garmin si è spento prima dell’arrivo, mancavano circa 500 metri, per il resto posso affermare che ogni dispositivo riporta dati piuttosto diversi questa è l’unica certezza.

Tempo
Sicuramente il tempo totale più corretto è quello di Locus map (su Samsung), il Geonaute toglie più di mezzora, il Garmin (a cui bisogna aggiungere circa 5′) è invece più abbondante, ma in linea con Locus map.

Distanza
Il Garmin (a cui bisogna aggiungere circa 500mt) dice 20km, il Geonaute 19 km, ma sorprende Locus map che differisce in difetto di un paio di chilometri dal Garmin.

Quota
La quota massima più azzeccata è quella di Locus map, nettamente sbagliata quella del Garmin, lievemente superiore quella del Geonaute che aggiunge qualche decina di metri su tutte le quote rilevate.

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