26/05/2019 Camminata storica sul Montello
Distanza totale: 11,2 km
Altitudine massima: 228 m
Altitudine minima: 129 m
Dislivello assoluto: 98 m
Totale salita: 712 m
Totale discesa: -713 m
Tempo totale: 5h 30′ (soste comprese)
Presenti: Cippe, Silvano e consorte.
Più volte rinviata per maltempo finalmente in questo fine maggio novembrino il meteo ci concede di effettuare l’uscita. Partiamo da Padova intorno alle 7 per raggiungere il punto di ritrovo situato nel parcheggio del sacrario di nervesa della Battaglia. Solita pausa caffé presso Nervesa giusto in tempo per essere coinvolti e bloccati da una competizione ciclistica che si svolge oggi sul Montello. Ci gustiamo il passaggio di centinaia di corridori, ma la maglia rosa non c’è.
Sacrario di Nervesa Della Battaglia. Quota 176 mt.
Come detto il parcheggio del sacrario è il punto d’incontro, siamo tra i primi e ne approfittiamo per concederci una foto ricordo con un personaggio della comitiva vestito di tutto punto che ci farà compagnia solo durante la visita al sacrario. Prima di partire facciamo un breafing nel piazzale dove la guida ci spiega come si svilupperà la giornata. Dopo il breafing ci dirigiamo all’interno del sacrario contenente le spoglie di 9.325 soldati italiani, 6.099 identificati e 3.226 ignoti, e che precedentemente erano sepolti in circa centoventi cimiteri sparsi lungo il fronte del Piave. Molto interessante al secondo piano il museo con diverese fotografie, mappe e pezzi recuperati nel territorio dopo la guerra. Meriterebbe una visita più accurata ma non vi è il tempo, mi soffermo un pò di più davanti ad una cartina sulla quale è evidenziato il tentativo di sfondamento dell’esercito austriaco, che era arrivato dopo la disfatta di Caporetto ad attestarsi sul Piave, proprio sul Montello. Qui raggruppato si riorganizza per proseguire l’avanzata. Come spiegato dalla guida è evidente da alcune foto come l’attraversamente del Piave è in un primo momento facilitato dal basso livello dell’acqua che dopo poche ore però si alza notevolmente modificando di fatto il percorso e cancellando praticamente i ponti di barche preparati dagli austriaci. Mi impressiona in particolare una foto dove in primo piano giace una vittima austriaca, in primissimo piano i piedi, non ci sono scarpe o stivali, ma un semplice bendaggio, una chiara testimonianza di quali le fossero le condizioni dell’invasore, un esercito allo sbando, i cui soldati bramavano l’attacco con la speranza di trovare nelle nuove terre ciò di cui sfamarsi. All’ultimo piano sono presenti alcune terrazze panoramiche dalle quali è possibile vedere chiaramente il Piave ed i rilievi intorno. Usciamo dall’ossario e inziamo l’escursione il cui primo obiettivo è l’obelisco di Francesco Baracca a circa due chilometri dall’ossario. La comitiva si distribuisce lungo la strada, ma abbastanza compatta, la guida Carlo apre la strada mentre sua moglie controlla la coda. Nei tratti sterrati i segni del piovoso maggio non mancano, spesso ci si imbatte in pozzanghere o tratti melmosi dove bisogna fare attenzione.
Obelisco Francesco Baracca (2,1 km, 200 mt, 30′).
Altro momento di approfondimento. La guida illustra la storia e le gesta di Francesco Baracca, sempre seguendo i suoi appunti di viaggio, in sostanza un libretto da lui preparato di circa quaranta pagine in preparazione della visita. In buona sostanza l’obelisco non è il luogo dove fu ritrovato l’areo del Baracca, si tratta in effetti di un monumento a ricordo dell’asso dell’aviazione italiana di cui si può leggere in dettaglio la storia in questo bell’articolo si wikipedia. Interessante la tesi sulla morte e la storia del famoso cavallino, lo stemma di Baracca poi utilizzato da Enzo Ferrari su autorizzazione della madre del Baracca. Meno conosciuto è il fatto che anche la Ducati utilizzò il cavallino rampante (pressoché identico a quello della Ferrari) sulle proprie moto dal 1956/57 al 1960/61. Il marchio fu scelto dal celebre progettista della Ducati Fabio Taglioni, che era nato a Lugo come Baracca.
Busa delle rane, croce del Baracca (4,5 km, 200 mt, 1h 30′).
Riprendiamo il cammino immersi in un fitto bosco verso la busa delle rane, il luogo dove fu effettivamente ritrovato il Baracca. Attraversiamo prima via Alessi e poi via Sacco inoltrandoci in un bosco ombroso che non è male visto la calda giornata. Ad un certo punto pur non vedendola la busa delle rane si fa sentire, inequivocabile il gracidare delle rane nasconde ogni altro rumore. Si tratta in effetti di una vera e propria buca, sulla quale è presente un acquitrino popolato da non so quanti di questi anfibi. Poco più avanti si trova la croce, il punto esatto dove precipitò l’areo del Baracca colpito molto probabilmente al serbatoio e quindi in fiamme. La guida approfondisce la storia del Baracca, in particolare si sofferma sulle ipotesi dell’abbattimento e sul ritrovamento dell’aereo. Riprendiamo quindi il cammino pensando ad un luogo in cui fermarci. Vicino all’obelisco è presente un’area picnic con tavolini e panche e sotto gli alberi quindi all’ombra. Decidiamo invece di sostare in un boschetto limitrofo ad un o dei tanti vigneti presenti nella zona dove consumiamo il nostro pranzo al sacco. Riprendiamo il cammino fino a raggiungere via Alessi che prendiamo in discesa verso il centro abitato di Bavaria e che si innesta in via Arditi, proprio così ! Sotto un sole cocente proseguiamo su strada asfaltata, la Piave-Sile, fin quasi alla chiesa di sant’Andrea, poco prima della quale lasciamo la strada per salire a sinistra lungo una strada bianca.
Abbazia di sant’Eustacchio (9,3 km, 195 mt, 2h 30′).
L’obiettivo è l’abbazia di sant’Eustacchio considerato il monumento più antico di Nervesa e risalente alla metà dell’XI secolo ed opera del conte Rambaldo III di Treviso e la moglie Gisella. L’abbazia sorta come monastero benedettino ebbe varie vicissitudini, venne distrutto più volte, prima durante la guerra tra Guelfi e Ghibellini, poi tra Ungari e Trevisani, ma il colpo di grazia lo subì durante la prima guerra mondiale. Nella storia recente il magnate Ermenegildo Giusti, di origini italiane ma cresciuto in Canada dove crea il suo impero come imprenditore nel ramo delle costruzioni, come riporta questo sito l’amore per le colline natie lo riporta a “casa”, a Nervesa della Battaglia, dove investe oltre 50 milioni di euro nella riqualificazione del territorio motivato dal sogno di donare un grande futuro ai suoi meravigliosi ricordi d’infanzia, attirando verso di se sentimenti contrastanti della popolazione locale anche se con il senno di poi pare abbia messo tutti d’accordo. Posso dire che è veramente notevole il lavoro fatto. Per avere un’idea sull’immensità del podere Giusti fatevi un viaggio virtuale tramite questo link. E’ molto piacevole girovagare tra le rovine del monastero che sembrano rimesse a “nuovo”. Tutto nell’ottica del business, ma bello. Una sala conferenze, un museo, un angolo cocktail, il bar, tutto molto bello ed il panorama da qui è notevole. Carlo ci lascia qualche minuto di libertà, giusto per un caffé od un gelato, poi altra riunione culturale alla fine della quale ci dirigiamo verso l’ultima meta odierna.
L’osservatorio del re. Quota 334 mt.
La camminata si conclude al parcheggio del sacrario in totale abbiamo percorso 11 km. Chi vuole è in libeertà, per chi resta un’ultima tappa che prevede un breve spostamento in auto. Percorriamo via medaglia d’oro fin sotto l’osservatorio. Un cartello di segnalazione ne indica la posizione. Piccolo parcheggio sull’erba, ci stanno giusto le nostre cinque auto. Saliamo a piedi per circa duecento metri fino a raggiungere la colonna romana. Più a destra la costruzione con l’osservatorio perfettamente conservato all’interno di una casa rurale. L’accesso è libero, non c’è molto da vedere, si entra, si guarda attraverso la feritoia il panorama che spazia dal Piave, al monte Cesen di fronte all’osservatorio ed al Grappa sulla sinistra. Interessante verificare di persona lo spessore della muratura valutabile ad occhio oltre il metro. Fu da qui che Vittorio Emanuele III assistette all’inizio delle operazioni d’inizio della Battaglia di Vittorio Veneto nell’ottobre del 1918.
Che dire, insolita escursione, soprattutto culturale. Interessante e rilassante. Ciao a tutti ed alla prossima. Un grazie a Silvano per il coinvolgimento.