06/08/2021 Castelloni di San Marco (altopiano di Asiago)
Distanza totale: 14 Km (5,3↑ 5,3↓ 3,4↔)
Altitudine massima: 1.870 m
Altitudine minima: 1.351 m
Dislivello assoluto: 519 m
Totale salita: 570 m
Totale discesa: 558 m
Tempo totale: 7h (soste incluse)
Presenti: Cippe, Pedro.
Ancora sulla piana di Marcesina, obiettivo Castelloni di san Marco, con la speranza che ora i sentieri resi impraticabili dalla tempesta Vaia siano puliti, sono passati tre anni, io e Pedro siamo abbastanza fiduciosi. Raggiungiamo in auto il rifugio Barricata dove lasciamo l’auto. La strada è malridotta, i mezzi adibiti alla pulizia dei boschi l’hanno massacrata ed occore procedere con circospezione. Al rifugio non c’è nessuno prendiamo un buon caffé e chiediamo notize sui sentieri al gestore, ma non sa dirci nulla.
Rifugio Barricata. Quota 1351 mt.
Dal parcheggio incastrato nel tornante situato sotto al rifugio, prendiamo la strada bianca che si allontana dal Barricata in direzione ovest. Seguiamo la strada che qualche anno fa si inoltrava nel bosco ora scomparso e ridotto a silenziose e statiche cataste di tronchi. Dopo circa 1km dal rifugio si arriva ad un bivio segnalato da tabelle (1 km, 1355 m, 15′) il problema è capire dove si trova il sentiero perché il terreno è pieno di solchi lasciati dai macchinari, in ogni caso da qui è possibile raggiungere i Castelloni sia andando a sinistra per malga Fossetta, sia a destra, la nostra scelta è di fare il giro in senso antiorario seguendo il sentiero 869 che scorre parallelo alla linea di confine tra Veneto e Trentino nonché tra Serenissima ed impero Austro-Ungarico, in teoria lungo quel percorso, 869B, ci sono i cippi, se gli alberi non li hanno distrutti. Più che sentiero si tratta di una strada violentata dai macchinari e piena di cataste di legna, sbagliamo pure direzione seguendo una traccia creata dalle macchine per il recupero tronchi, ma grazie al GPS ritorniamo sul sentiero 869 che gira intorno al colle Lagosin (1465 mt), aggirato il quale dalla parte nord si trova il bivio tra la traccia da noi seguita ed il sentiero dei cippi (1.93 km, 1440 m, 40′). Ad un certo punto (3.55km 1485 mt, 1h) il percorso finisce su una specie di spiazzo con bella panoramica sulla piana di Marcesina, ma facciamo un po’ di fatica a trovare il proseguio della traccia, è poco frequentata e l’erba alta ormai la nasconde. Ci inoltriamo nel bosco dove sono ben visibili i segni lasciati da Vaia e questo ci preoccupa un po’. Procediamo in leggera salita, sotto, sopra, intorno agli alberi stesi ovunque, perdiamo il sentiero, non si vedono i segni e neppure le tracce, siamo esausti e ci prendiamo una pausa e guarda un po’ cosa troviamo ? Mi vien quasi voglia di cambiare programma, ma siamo senza cestino quindi riprendiamo il cammino ormai il peggio lo abbiamo superato, fortunatamente l’ultima parte del sentiero è più percorribile e ci permette di trovare l’innesto sul numero 842 dove prendiamo la sinistra verso i Castelloni (4.7 km, 1710 m, 2h 50′). Procediamo spediti in un bel bosco, integro, pieno di fiori (Ambretta comune) e farfalle (Erebia Melampus) fino a raggiungere il sentiero 845 (5.3 km, 1780 mt, 3h 05′) dove svoltiamo a destra ed in pochi minuti arriviamo al labirinto (1810 mt, 5.4 km, 3h 12′).
Labirinto dei Castelloni di San Marco (5,4 km, 1810 mt, 3h 12′).
Ebbene si, tre ore per arrivare fino a qui, credo che in condizioni normali un’ora sia sufficiente, in ogni caso siamo arrivati e pronti a goderci un giretto nel labirinto. Ho fatto una foto a tutte le tabelle, tranne la 27, non siamo proprio riusciti a trovarla. In tutto ci sono 48 tabelle, ogni numero indica qualcosa di particolare, un tratto del labirinto, anche se in realtà alcuni non li ho capiti, sembrano insignificanti, altri tratti invece meriterebbero suddivisioni più specifiche, ma non importa, il percorso è interessante e va effettuato con calma per non lasciarsi sfuggire qualche particolare. Le cose che più mi hanno colpito sono questo larice nel tratto numero 2, il cui spirito di adattamento alla situazione poco favorevole supera la cognizione umana, questa spelonca naturale, situata nel tratto numero 10, con il tetto formato da un masso incastrato tra le rocce e dotata pure di focolare, poi dalla 14 in poi si passa alla parte alta dalla quale si può godere di un bel panorama verso l’Ortigara, in evidenza sulla destra cima Caldiera (2124 mt), alla sua sinistra quel panettone verde è cima 11 (2337 mt) ed ancora più a sinistra cima 12 (2228 mt) a centro foto il Portule (2310 mt) la cui cima è un po’ nascosta dal monte Chiesa, il panettone verde in pieno sole che gli è davanti. Continuando la carrellata alla 17 bellissimi i massi sospesi per aria incastrati nelle pareti, il prato in fiore tra le rocce della 40, mentre la 41 vince sicuramente la medaglia per il passaggio più tenebroso, alla 43 bellissimo il pugno di pietra, e subito dopo alla 44 meravigliose le rocce accastate in ordine come mattoni una sopra l’altra, ed in disordine alla 45 come un castello di carte crollato sul tavolo, infine prima di uscire alla 47 c’è pure un po’ di neve. Appena usciti dopo l’ultima tabella, la 48, in 5 minuti si arrivia alla selletta dei Castelloni (6.4 km, 1818 m, 4h 40′), un bel punto panoramico verso la Valsugana. Sono quasi le due, lo stomaco brontola, ci fermiamo per pranzare godendoci il panorama. Riprendiamo la marcia verso malga Fossetta, sempre sul sentiero 842 fino a raggiungere un bivio (6.8 km, 1719 m, 4h 50′) dove svoltiamo a sinistra prendendo il sentiero 845. Pochi passi ed al bivio (7 km, 1702 m, 7.0 km, 4h 55′) successivo questa volta svoltiamo a destra. Da questa parte i boschi sono integri, molto bello il sentiero che si lascia percorrere senza fatica e con piacere, in breve arriviamo alla malga.
Malga Fossetta (8,9 km, 1666 mt, 5h 35′).
Posticino molto bello, integro, la tempesta Vaia qui non sanno neppure cos’è, la malga è aperta si può anche acquistare del formaggio. Noi proseguiamo dritti, dopo qualche indecisione, sempre sul sentiero 485 che interseca la strada e va giù dritto fino al Tiffgruba (9.7 km, 1569 mt, 5h 53′) poco prima di arrivarci si cambia direzione, un tornante in pratica dove si lascia l’ampio sentiero e si prende la strada bianca verso sinistra. Nella parte inziale molto interessanti gli ampi spazi prativi ed anche la strada che corre lungo una parete rocciosa naturale, la si segue tutta, si supera un bivio (12.2 km, 1408 m, 6h 30′) tenendo la direzione verso destra, indicazioni per il rifugio Barricata, e si prosegue fino a ritrovare il sentiero 869 (13 km, 1362 m, 6h 40′). Poco dopo aver preso il sentiero la batteria del telefono mi saluta, ma dall’innesto al rifugio sappiamo che ci aspetta circa 1km per porre fine alle nostra fatiche.
Rifugio Barricata (14 km, 1351 mt, 7h circa soste incluse).