21/11/2021 Sentiero 29 – Monte Ceva (Colli Euganei)
Distanza totale: 5,6 Km (2,3↑ 2,6↓ 0,7↔)
Altitudine massima: 255 m
Altitudine minima: 10 m
Dislivello assoluto: 245 m
Totale salita: 443 m
Totale discesa: 451 m
Tempo totale: 2h 30′ (soste incluse)
Presenti: Cippe, Pedro.
Eccoci di nuovo sui Colli Euganei ad affrontare il sentiero numero 29 con partenza nel primo pomeriggio, purtroppo abbiamo beccato una giornata pessima, per non dire altro. Si parte da Battaglia Terme, dietro la stazione si alzano i colli Croce, Spinefrasse e Ceva sui cui appunto si sviluppa questo percorso che ha una parte in comune con il sentiero 15 dedicato alla cava di monte Croce il più piccolo dei tre colli.
Battagli Terme. Quota 10 mt.
Parcheggiamo l’auto nei pressi dell’area sosta camper Fiore, in viale degli Alpini situata proprio sotto il monte Croce e nei pressi della omonima cava. Dal parcheggio con pochi passi in direzione del colle si accede ad una strada sterrata che è in sostanza il sentiero, in comune in questo tratto sia al percorso 15 che al 29, il primo dedicato alla cava, il secondo più ampio e da noi scelto il quale si sviluppa sulla linea di cresta Croce-Spinefrasse-Ceva. Rimane solo da scegliere in quale senso percorrerlo, decidiamo per il giro orario lasciando la cava al nostro ritorno. In questo primo tratto si cammina agevolmente su un’ampia carrareccia di sassi il cui fondo è ammorbidito da una moltitudine di foglie multicolore che stanno abbandonando i rami a cui sono appese ormai da mesi. Percorse poche decine di metri la pendenza aumenta e si inizia a salire, lungo il percorso si trovano diverse ramificazioni che portano verso la cava, che ignoriamo così come questo cartello un po’ ambiguo con due frecce, da che parte? Non a caso qualcuno ha pensato bene di metterci anche un bel punto di domanda. Guardando la carta non cambia molto, andando a sinistra si passa sotto il Croce per poi innestarsi comunque sul 29, noi andiamo dritti. Più avanti si passa vicino ai ruderi del monastero si Santa Maria delle Croci (0.45 km, 75 m, 10′) attualmente delimitati da nastro bianco-rosso e quindi non accessibili, in ogni caso c’è poco da visitare. Raggiunto l’apice del Ceva (0.6 km, 89 m, 14′) e ridisceso un pochino si arriva ad un ultimo e grosso bivio dove 15 e 29 si dividono (0.7 km, 75 m, 20′) un’ampia tabella illustra le varie possibilità di percorrenza. Teniamo la sinistra per il sentiero 29, si scende fino a quota 59 circa per poi riprendere a salire verso il monte Spinefrasse. La vegetazione è quella tipica del parco ma spicca in questo tratto la presenza del Corbezzolo se non altro per il considerveole numero di frutti sparpaglilati a terra che sono sicuramente molto ricercati dai cinghiali i cui segni sono notevoli, in alcuni punti sembra che il terrreno sia stato trattato con un fresa da quanto è mosso. Il bosco non è fitto ed ampi spazi aperti lasciano intravedere la pianura sottostante, il problema è la nebbia che insieme alle nuvole basse che si stanno addensando impediscono la visuale, ma riusciamo comunque a vedere il golf club Galzignano e sullo sfondo il monte Lispida. Un breve tratto molto ripido porta sulla lunga groppa del monte Spinefrasse (202 mt) la cui cima è segnalata da un cartello (1.5 km, 202 m, 45′). Ora si scende nuovamente verso i 160 metri per poi superare una lieve gobba indicata come monte Gnocozzo (170 mt), non segnalato sulle mappe ma di cui si trova menzione in loco. Superato il Gnocozzo dopo un breve tratto in piano si torna a salire. Superiamo il bivio per Turri segnalato da cartelli e da una tabella informativa ed è proprio in questa zona che inzia l’inaspettato spettacolo della biodiversità annunciata dai primi cespugli di fico d’india nano che introducono ad un habitat denominato “Formazioni erbose rupicole calcicole” presente nella parte alta tra lo Spinefrasse ed il Ceva. Sono basito, come fanno queste piante succulente a vivere qui e ad essere così maestose ed imponenti non lo so, la presenza di innumerevoli frutti indica poi che stanno pure benino. Raggiungiamo infine la cima del Ceva.
Monte Ceva (2,85 km, 255 mt, 1h 23′).
Vorrei poter dire ci godiamo il panorama a 360 gradi ma purtroppo non si vede ormai più nulla. Ci gustiamo giusto il raggiungimento dell’obiettivo, osserviamo la particolarità delle rocce ed inziamo ascendere dal versante opposto. Dopo un breve tratto facile e superate queste tabelle la pendenza cambia notevolmente rendendo il percorso degno di un sentiero dolomitico. Occorre prestare attenzione, soprattutto se bagnato, la presenza di una corda consente di camminare in sicurezza anche se, molto sinceramente, a guardarla ispira poca fiducia, meglio affidarsi alle proprie gambe. In ogni caso è in questa zona che lo spettacolo della biodiversità dà il suo massimo splendore tanto da indurmi ad esclamazioni di stupore ad alta voce, mi sembra di essere un bambino incredulo, è uno scherzo ? Ci ritroviamo ad un certo punto immersi in un prato di fichi d’india ed altre specie arboree tipiche di abitat desertici, ma quando mi ritrovo davanti due Agave in fiore, allora vado in estasi, non è possibile esclamo. Continuo a fermarmi e a guardarmi intorno, faccio foto, ma la nebbia purtroppo rovina tutto, devo assolutamente tornare in questo posto dico a Pedro, troppo bello. La cosa ancora più incredibile è che scesi poche decine di metri cambia tutto. Superiamo un tratto aperto e privo di vegetazione, un breve boschetto con vegetazione bassa e ad un certo punto svoltiamo a destra tralasciando la traccia che invita a proseguire dritti (3.5 km, 100 m, 1h 52′), si accede così ad ampi spazi prativi, ed in pochi minuti l’ambiente intorno a noi cambia completamente rendendo ancora più incredibile quanto visto più sopra. In realtà andando dritti al bivio prima descritto si raggiunge sempre via Montenuovo per poi svoltare a destra e tornare alla cava, la nostra in sostanza è una breve scorciatoia, in tutti e due i casi ci si innesta sul sentiero 15. Questa deviazione dal percorso ufficiale ci permette di transitare di fianco ad un vecchio casolare abbandonato dove troviamo questo graffito, che sia opera di Bansky ? Sembra proprio il suo stile. Il percorso ormai è una strada bianca percorribile anche dalle auto, ma non c’è nessuno. Superiamo un grosso platano nei pressi del quale vi sono alcune tabelle con indicazioni, tra cui una che riporta alcuni articoli della dichiarazione dei diritti dell’albero (5 aprile del 2019 – Francia). Alcuni vigneti ci indicano che siamo al termine del nostro giro. Raggiungiamo alcune tabelle informative (5.15 km, 10 m, 2h 18′) che invitano ad entrare nella cava, tergiversiamo, ormai è troppo scuro, non è il caso, meglio tornare un’altra volta, proseguiamo dritti fino a raggiungere la strada asfaltata (viale degli Alpini) dove proseguiamo a destra ed in due minuti siamo di nuovo all’auto.
Battaglia Terme (5,6 km, 10 mt, 2h 30′).
Sono entusiasta, dispiaciuto per la pessima giornata, ma entusiasta per quanto visto, merita veramente un’altro giro con tempo bello. Ciao a tutti ed alla prossima.