06/03/2022 Strada degli Eroi e val Canale (Pasubio)
Distanza totale: 12,1 Km (5,8↑ 4,6↓ 1,7↔)
Altitudine massima: 1928 m
Altitudine minima: 1165 m
Dislivello assoluto:763 m
Totale salita: 815 m
Totale discesa: 741 m
Tempo totale: 5h 17′ (soste incluse)
Presenti: Antonio, Cippe, Cippols, Ivana, Pippo
Propongo al gruppo un giro sul Pasubio, sulla Strada degli Eroi fino alla galleria D’Havet e ritorno, 7 km circa in tutto, ma rispondono Cippols ed Ivana che hanno programmato anche loro un giretto da quelle parti, adattiamo quindi il nostro alla loro idea, e ne è valsa proprio la pena. Un bel giro in luoghi altamente frequentati in alta stagione e che in questo periodo offrono, oltre allo spettacolo della natura anche pace e tranquillità, quindi invece di parcheggiare l’auto in località Streva lasciamo Luca al Ponte Verde e noi andiamo un po’ più su poco prima del passo.
Pian delle Fugazze. Quota 1165 mt.
Parcheggiamo l’auto nelle aree di sosta situate lungo la statale 46 poco prima dell’albergo Al Passo. Dall’altra parte della strada è visibile la “Strada degli Eroi” (approfondimento) che parte proprio da qua e sale fino alle Porte del Pasubio serpeggiando ampiamente lungo i versanti della val di Fieno che portano al rifugio Papa. Per salire si può seguire la strada o utilizzare i numerosi tagli del sentiero E5 che aumentano parecchio la pendenza ma accorciano notevolmente la lunghezza del percorso. Per farsi un’idea la distanza alla galleria D’Havet passa dai 7 km utilizzando la strada ai 3.5 km del sentiero E5. Detto ciò partiamo a testa bassa, tanto bassa che saltiamo la prima scorciatoia (0,35 km, 1178 m , 5′) presente sul primo tornante, ce ne accorgiamo tardi quindi proseguiamo sulla strada percorrendo il secondo tornante, al terzo (1.5 km, 1256 m, 22′) non ci lasciamo sfuggire l’opportunità di tagliare e così al quinto (2.1 km, 1322 m, 33′) il più importante per quanto riguarda il sentiero diretto, da qui infatti torneremo sulla strada ormai in prossimità della galleria D’Havet. Nel bosco la neve è assente, tutto è ricoperto dalle foglie dei faggi ancora in riposo invernale, ma i segni abbondano sui tronchi, quindi anche in caso di manto nevoso abbondante non dovrebbe essere un problema proseguire. Raggiungiamo malga Val di Fieno (2.8 km, 1510 m, 57′) che guardiamo da lontano e dove troviamo la prima neve. Si prosegue in salita fino a raggiungere il Colletto Basso di Fieno (3.05 km, 1565 m, 1h 5′) dove la visuale si apre verso ovest. Verso nord fa la sua comparsa la punta del Soglio dell’Incudine (2123 m), dietro di noi invece verso sud dominano i versanti imbiancati del gruppo del Carega la cui cima più alta (2259 m) è coperta dalle nubi. Il sentiero volge ora a destra proseguendo abbastanza dolcemente fino al bivio (3.28 km, 1635 m, 1h 15′) con la traccia che conduce alla sella di Cosmagnon, non documentato, poi si inerpica con un ultimo strappo fino a raggiungere la Strada degli Eroi (3.7 km, 1750 m, 1h 30′) dove la pendenza torna ad addolcirsi. Una tabella indica la discesa per il sentiero E5 o 179 da appena percorso in salita, proseguiamo sulla strada verso sinistra. Davanti a noi ora sono ben visibili il Soglio dell’Incudine ed alla sua destra i ruderi di un ex rifugio militare. In pochi minuti raggiungiamo la galleria del generale Giuseppe D’Havet (4 km, 1781 m, 1h 41′) all’imbocco della quale alcune tabelle indicano il bivio per il sentiero 398 che porta fino al Soglio dell’Incudine e poi a cima Palon. Noi proseguiamo sul 179 o E5, attraversiamo la galleria affacciandoci di fatto nella parte alta della val Canale dominata dal rifugio Papa, prima però uno sguardo alla val di Fieno da noi risalita, si vede bene il serpentone della Strada degli Eroi ed anche malga val di Fieno. Qualche minuto di pausa giusto per ammirare il panorama, fare qualche riflessione, leggere la tabella informativa, poi il nostro sguardo seguito dai nostri passi volgono verso la strada che si snoda davanti a noi, coperta di neve. La poca pendenza ci rende spensierati, divertiti, l’Ivana vorrebbe giocare a nascondino, ma non è il caso. Lungo questo tratto ci sono 12 piccole lapidi marmoree in memoria dei combattenti che sul Pasubio meritarono la medaglia d’oro al Valor Militare, sistemate qui nel 1938, da allora la strada dalla galleria D’Havet alle porte del Pasubio è stata giustamente chiamata “Strada degli Eroi”(approfondimento). Facciamo una piccola scorciatoia segnalata da questa lapide e che ci permette di saltare un tornante. Antonio ci fa notare sopra di noi degli arbusti, sembrano quasi piante di abete bianco, ma in realtà sono mughi ricoperti di neve, stamattina infatti mentre salivamo scendeva un po’ di nevischio e visto il freddo è ancora attaccato alle piante, nonostante il sole. Poco più avanti un altro bivio (4.84 km, 1847 m, 2h 5′) per il sentiero 398A che si aggancia a quello prima visto all’ingresso della galleria D’Havet. Proseguiamo dritti nel tratto a mio avviso più bello della strada che serpeggia lungo le ripide pareti della montagna entrando ed uscendo dalla stessa in un dedalo di curve ed una tavolozza ricca di colori. Dall’interno di una galleria alcuni ghiaccioli provano a nascondere senza riuscirvi il Cimon del Soglio Rosso (2040 m) e poco più avanti il percorso si fa così bello che i miei due compari di cammino si mettono in posa e si immortalano a vicenda, io sulla mia destra non posso non notare una spettacolare visuale sulla val Canale, alla nostra sinistra intanto un paio di camosci zompettano tranquilli brucando l’erba che quest’anno non è stata coperta dalla neve. Nel suo ultimo tratto la strada che porta al rifugio Papa è veramente bella, intagliata nelle verticali pareti che si precipitano in val Canale, sospesa nel vuoto e nascosta tra rocce e gallerie, è uno spettacolo. Raggiungiamo il bivio da cui scenderemo al ritorno (6 km, 1888 m, 2h 38′) dove una tabella indica la direzione per il sentiero 300, siamo ormai sul versante opposto, dall’altra parte alcune persone stanno percorrendo il nostro percorso in senso inverso, ma è sotto di noi la sorpresa, la vedete? No, allora provate a guardare qua. Un camoscio è accovacciato sulla cresta di una roccia, sta guardando divertito gli escursionisti che passano, pochi in realtà oggi. Ancora una manciata di metri ed ecco la nostra meta.
Rifugio Papa (6,2 km, mt, 2h 45′).
Non ci fermiamo davanti al rifugio ma proseguiamo dritti verso le porte del Pasubio alla ricerca di un posto al riparo dal gelido vento che ci sta torturando. Mi affaccio dall’altra parte, il panorama è glaciale, poca neve, ma glaciale, in lontananza sulla strada degli Scarrubi vedo un paio di persone che stanno scendendo. Ci riportiamo nei pressi del rifugio, consumiamo un fugace pranzetto, ma il freddo è pungente, ci rimettiamo subito in moto. Ripercorriamo la strada fino al bivio per la val Canale (6.72 km, 1888 m, 3h 17′) già incontrato durante la salita. Il sentiero scende velocemente, il sole torna presto a riscaldarci, il versante opposto della valle è tagliato di netto dalla strada degli eroi e si vede nitidamente il sentiero del 398A che sale verso cima Palon, sotto di noi invece il fondo valle delimitato da punta Favella (1834 m) e dietro il monte Cornetto (1899 m). A tratti il percorso si fa ripido ma senza particolari difficoltà. Giunti di sotto la vallata si restringe ed è proprio in prossimità di questo restringimento che iniziano a seguici. Si, un branco di camosci continua a correre alla nostra sinistra, ci segue letteralmente. Tre vedette posizionate sul sentiero si allontanano di corsa verso il resto del gruppo che aspetta al sicuro sulle impervie rocce alla nostra sinistra. Nel frattempo mentre noi ci divertiamo a fotografare i camosci c’è chi non perde tempo, passa da quelle parti Cippols, al suo secondo giro, un fugace saluto, un arrivederci all’auto e poi ognuno per la sua strada. Raggiungiamo la strettoia della valle dove passiamo sopra ad un particolare terrapieno, da lontano sembrava lo scheletro di un dinosauro, lo avevo visto ed ero curioso di raggiungerlo per capire cos’era. sopra di noi il rifugio Papa è ancora visibile, alla nostra sinistra i nostri amici continuano a seguirci, sarà così fino al limitare del bosco dove scompaiono senza salutarci e dove troviamo i cartelli del bivio per il Ponte Verde (9.13 km, 1367 m, 4h 25′) noi proseguiamo a destra per il Pian delle Fugazze. Sulla tabella che indica la salita al rifugio Papa qualcuno ha corretto l’indicazione del tempo di salita mettendo un due al posto dell’uno. Entriamo ora nel giardino botanico San Marco dove alcune interessanti tabelle informative illustrano e spiegano le caratteristiche della flora e della fauna locali. Il sentiero intanto torna ad addolcire la sua pendenza e nella parte finale diventa praticamente una strada, intorno a noi i fiori spuntano ovunque, risparmiati dalla neve invernale, mi colpiscono in particolare alcuni esemplari di Elleboro Bianco, ce ne sono anche di rosa e gialli, Antonio dice che è comunemente chiamato rosa dell’inverno, nel sottobosco in alcuni punti sono a decine. Lungo il sentiero che volge verso sud davanti a noi è ben visibile in alcuni punti l’ossario del Pasubio, un ultimo bivio (10.9 km, 1150 m, 4h 55′) indica 20′ per il Pian delle Fugazze. In pochi minuti raggiungiamo la strada in prossimità della chiesetta di San Marco, dove proseguiamo a destra parallelamente alla strada lungo una specie di vialone che in effetti nella parte finale è chiuso da un cancellone, un porticina lascia però il passaggio aperto, proprio in corrispondenza della tabella che indica l’inizio del sentiero 300. Sbucati sulla strada dobbiamo sorbirci qualche centinaio di metri sull’asfalto fino a raggiungere il parcheggio situato un po’ più in alto.
Pian delle Fugazze (12,1 km, 1165 mt, 5h 17′).
Ci svestiamo velocemente per tornare verso Ponte Verde dove ci aspetta Cippols, che invece incrociamo lungo la strada, lo carichiamo a bordo e lo riportiamo giù onde evitare che si imbarchi in un terzo giro. Che dire, bravi tutti ed alla prossima.