04/06/2022 Monte Serva (dolomiti Bellunesi)

Distanza totale: 6,8 Km (3,7↑ 2,8↓ 0,3↔)
Altitudine massima: 2133 m
Altitudine minima: 1061 m
Dislivello assoluto:1072 m
Totale salita: 1081 m
Totale discesa: 1081 m
Tempo totale: 5h 25′ (soste incluse)
Presenti: Antonio, Cippe

Dopo una pausa di circa tre mesi finalmente torniamo a solcare dei sentieri nelle dolomiti, questa volta decidiamo per quelle bellunesi, abbastanza vicine a Padova per non impegnarci in lunghi trasferimenti in auto, per la precisione puntiamo al monte Serva, il primo baluardo dopo aver superato Belluno, il dilslivello è impegantivo, ma eventualmente abbiamo un piano B con tragaurdo a Pian dei Fioc. Superato Belluno prendiamo la strada che sale verso col Fagher fino a raggiungere il rifugio Zio Stefano situato presso la cima, ma poi proseguiamo lungo la strada (molto stretta ma asfaltata) fino a raggiungere il parcheggio Cargador, che in relatà non è proprio un parcheggio ma uno slargo della strada dove possono trovare posto poche auto, credo cinque o sei al massimo.

Cargador. Quota 1033 mt.
Proprio dove finisce l’asfalto sono ben visibili un tabellone illustrativo e le indicazioni per il sentiero 517 che sale alla cima, una piccola scorciatoia è presente poco più avanti la percorreremo al ritorno. La prima parte del percoso si svolge completamente dentro il bosco, per fortuna perché è una giornata molto calda, la luce filtra appena, ma il sottobosco mantiene l’aria fresca e mitiga un pochino la fatica dell’inesorabile e costante salita che non dà mai tregua. Rari i punti panoramici per non dire unici, come questo in corrispondeza del bivio da cui arriveremo al ritorno (1256 mt, 1.4 km, 40′) e che ci permette di ammirare la Boca del Rosp. La foto è più che altro una scusa per fare una pausa poi riprendiamo a salire fino a raggiungere la base del Col Cavalin (1394 mt, 1.85 km, 1h). Qui cambia tutto, il bosco finisce di netto, la luce prende il sopravvento ed il panorama permette di ammirare la media valle del Piave ed in primo piano sotto di noi proprio Belluno. Sopra di noi invece l’erba dei prati è di un verde brillante, spostandoci un po’ più avanti possiamo scorgere la nostra meta, il monte Serva di cui è appena visibile la croce di vetta, il Pian dei Fioc invece da qui non si vede coperto dalle alture prative. Riprendimao il cammino dopo aver riempito gli occhi di belle immagini sempre in salita e sotto un sole cocente, la giornata è spettacolare nonostante le nubi mattutine incontrate nel fondovalle. Ora lo sguardo viene attirato dai prati che ci circondano che sono un pullulare di fiori, in particolare vi sono proprio delle chiazze bianche di Peverina Alpina, ed innumerevoli varietà di Genziane e Genzianelle come queste Genziana di Clausius. Così tra una fiore e l’altro come farfalle arriviamo alla malga di Pian dei Fioc.

Pian dei Fioc (3,3 km, 1740 mt, 1h 55′).
Ovviamente girovaghiamo in perlustrazione intorno alla malga che è chiusa, non c’è traccia di animali e di persone, un messaggio sulla porta avvisa gli avventori che il luogo è chiuso dai primi di maggio e se non ricordo male fino a fine settembre per lasciarne l’uso ai pastori ed alle loro bestie, ad ogni modo il luogo è carino. Riprendiamo il cammino e appena ripartiti scatto una foto panoramica sopra la malga, , davanti a noi invece si ergono a sinistra il monte Serva (2133 mt) ed a destra la Ponta dei tre Masci (2094 mt). E’ veramente piacevole camminare su questi prati pieni di fiori, mi diletto a scattare macro ripromettendomi che prima o poi farò una pagina sul sito dedicata ai fiori. Tra i gialli spiccano innumerevoli Ranuncolo montano e Potentilla Aurea o Cinquefoglia fior d’oro, tra i blu innumerevoli Genziane e Genzianelle ma anche i rari Eritrichium Nanum o Re della Alpi, bellissimi cuscinetti dai piccolissimi fiorellini che sembrano finti con i loro piccoli petali celesti e la corolla gialla. Tra i rosa la rara Primula Pedemontana, specie protetta e la più diffusa Ambretta comune. Intanto siamo saliti ed è ora di dedicarsi ai monti. Alla nostra sinistra in lontananza sulla destra le pale di San martino dove spiccano cima Canali (2900 mt) e la cima della Madonna (2802 mt) quella appuntita, a centro foto invece le tre vette del Piz de Sagron (2405 mt) monte Pizzoc (2440 mt) e del Sass de Mura (2547 mt) a sinistra della foto invece il monte Pizzocco (2186 mt) quello con la parte scura. Saliamo ancora un pochino ed ecco spuntare da destra verso sinistra il Pelf (2502 mt) la Schiara (2565 mt) la Gusela del Vescovà (2365 mt) la terza Pala del Balcon (2381 mt) ed il Burel (2281 mt) alla nostra destra il gruppo del col Nudo incorniciato dal Col dei Masci a destra del quale si score il lago di Santa Croce, ormai ci siamo la vetta del monte Serva è raggiunta.

Monte Serva (5 km, 2133 mt, 3h).
Un po’ di riposo meritato, baciati dal sole ed accarezzati da un piacevole venticello, posiamo lo zaino, un bel giro di foto tutt’intorno e poi pranziamo. Un signore over 70 accompagnato dalla figlia, fa merenda insieme a noi, notevole la sua prestazione considerando l’età, dall’alto della sua esperienza comincia ad enumerare tutte li cime che ci circondano, che le abbia salite tutte ? Mi ricorda un pochino l’ambiente del Grappa questa cima, da una parte la pianura, in questo caso in realtà Belluno e dall’altra un’infinità di cime, alcune delle quali le riconoscimao al volo. Guardando verso nord alla nostra sinistra in primo piano il Pelf, Schiara e la Gusela del Vescovà, in fondo sulla destra inequivocabile la mole del Pelmo (3172 mt) che in questa foto è accompagnato da Sorapiss (3205 mt) ed Antelao (3264 mt) insomma una goduria per gli occhi, nel suo complesso il panorama offre questa visuale:

Panorama dal monte Serva verso nord

Ce la godiamo proprio questa cima, faticosa ma appagante, poi partiamo per il rientro lungo il percorso di cresta che si sviluppa sulla sinistra e che scende fino alla base della Boca de Rosp. La traccia è appena visibile, in alcuni punti è necessario guardare con attenzione, ma non è un problema basta seguire il crinale e se le vertigini vi disturbano ci si allontana un pochino sugli ampi pendii prativi che scendono verso Belluno ben visibili in questa foto rivolta verso la cima del Serva, il Lavel dice la carta. Ogni tanto qualche scorcio interessante, poi Antonio mi costringe a cercare questo animale, lo vedete ? Vi aiuto, si tratta di una Pernice bianca comune o Lagopus Muta, come suggerito da Antonio, ci ho messo un po’ a trovarla mentre Antonio continuava a stuzzicarmi, ma dai ! Non la vedi ? Guarda che muove la testa ! Poi per fortuna l’ho vista, per quanto riguarda la flora invece lungo questi crinali ho trovato i rari Eritrichium Nanum o Re della Alpi e la Primula Pedemontana. La discesa ad un certo punto si accenuta puntando dritta verso la Boca de Rosp che visto da qua ha proprio la forma di un rospo. Intorno alla particolare conformazione svolazzanbo ben tre deltaplani che continuano a restare in aria sostenuti dalle correnti di aria calda, raggiungiamo la base del Rosp (1.585 mt, 6.7 km, 4h 15′) da cui sono ben visibili i pendii erbosi che salgono, o scendono nel nostro caso dal monte Serva. Il sentiero ora è più marcato, proseguiamo verso sinistra in direzione del bosco, dove non vediamo l’ora di rientrare perché il sole ci sta letteralmente bruciando. Dopo poche centinaia di metri si trova un bivio (1560 mt, 6.8 km, 4h 21′) dove a sinistra si risale verso Casera Pian dei Fior mentre a destra si scende nel vallone che porta verso il Cargador incastonato tra Costa Castelaz alla nostra destra e Corde de i For a sinistra. Superiamo un breve tratto boschivo ed ombroso di cui c’era proprio bisogno, poi si torna nuovamente verso il centro del vallone ed al sole con ampia visuale verso la Boca de Rosp e si continua a scendere fino ad intersecare il sentiero 517 (1.256 mt, 7.8 km, 4h 56′). Si può a questo punto scegliere se proseguire dritti in discesa ma al sole, oppure deviare a sinistra, la nostra scelta, per rientrare nel bosco in corrispondenza di un faggio con all’interno un ometto e percorrere l’ultimo tratto in discesa fatto al corntrario questa mattina.

Cargador (6.8 km, 1033 mt, 5h 25′).
Fa veramente caldo, da questo punto di vista è un anno terribile. Lungo il rientro in auto ci fermiamo ad una fonte d’acqua che avevamo visto salendo questa mattina, une bella rinfrescata è d’obbligo. Per il resto una bella camminata, dislivello di tutto rispetto, cima molto interessante e panoramica.

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