Gli arditi ed il vino

La poliedrica attività degli Arditi non si ferma mai. In questo periodo di riposo più o meno forzato, un selezionatissimo gruppo di volontari Arditi si è offerto per battere la strada del prosecco in un breve raid pomeridiano.

I quattro “eletti”

(Paolo V., Luca S., Carlo e Fede) partono da Cadoneghe alle 14.30 di sabato 12/11, la giornata è stupenda ed inviterebbe a fare un escursione in montagna. Con calma si raggiunge la prima meta, una nota cantina vicino a Valdobbiadene, già testata ed approvata da Luca S. e Fede.

Il proprietario signor Graziano intrattiene amabilmente gli ospiti su argomenti professionali e di vita e comunque non si fa pregare per sturare 5/6 bottiglie e riempire senza tregua i calici.

Dopo un’oretta circa gli Arditi lasciano (con le proprie gambe e una cinquantina di bottiglie) il “maestro di vite” e percorrendo la stupenda strada del prosecco con i colori autunnali delle colline circostanti, si dirigono verso un’altra cantina. Il tempo di prendere un altro paio di cartoni ed un invitante soppressa che allieterà l’imminente cena natalizia Ardita e poi ci si dirige verso Valdobbiadene. Caffettino e ritorno alla base con divisione del “bottino”. Missione compiuta!!!

 

One Response to “Gli arditi ed il vino”

  1. Cippols ha detto:

    Addendum:
    I Caimani del Piave furono un reparto di nuotatori addestrato per attraversare i fiumi a nuoto allo scopo di condurre ricognizioni, azioni di sabotaggio o portare ordini, reparto intensamente impiegato da parte italiana durante la prima guerra mondiale sul fronte terrestre.
    Essi erano uno speciale reparto di Arditi volontari che, creati all’indomani della Battaglia di Caporetto, avevano messo a punto delle particolarissime tecniche offensive.
    Inizialmente costituito per lo più da nativi delle zone del Piave, il loro primo teatro di impiego, perché ne conoscevano le insidie, in un secondo momento il reparto accolse anche volontari provenienti da altre regioni che si distinguevano per le capacità natatorie.
    L’addestramento era molto duro e concentrato, oltre che sul nuoto, soprattutto sulle tecniche di combattimento a mani nude e lama corta.
    In acqua avevano adottato una tecnica di nuoto ispirata agli alligatori: per minimizzare la superficie esposta e quindi la possibilità di essere individuati, esponevano dall’acqua solo la testa al di sopra delle narici. Da questo probabilmente deriva la denominazione di caimani.
    L’armamento principale era costituito da un pugnale. Era anche previsto l’insegnamento di arti marziali orientali da parte di istruttori scelti tra i marinai che le avevanno apprese quando, a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, erano stati destinati in Cina e Giappone.
    La divisa era costituita da semplici calzoncini da bagno. Conducendo azioni per lo più notturne, inoltre, erano soliti ricoprirsi con una mistura di grasso (per proteggersi dal freddo) e nerofumo (per mimetizzarsi nel buio).
    A loro è dedicato un monumento a Sernaglia della Battaglia.

    Il 14/11/2011 17.06, Luca Scalabrin ha scritto:
    Un manipolo di arditi ha strenuamente mantenuto le posizioni sulla linea del Piave, strappando al nemico 60 bottiglie del prezioso liquido.
    Prossimo appuntamento sabato 17/12 per il più partecipato degli eventi.

    Ciao.

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